Laboratorio culturale, spazio di confronto e punto di arrivo sul dibattito in architettura, MPavilion è il più importante festival australiano dedicato alla progettazione e al design. Inaugurato nel 2014 per iniziativa e volontà della Naomi Milgrom Foundation - dal nome della fondatrice, filantropa e mecenate - il programma di MPavilion, con sede presso i Queen Victoria Gardens di Melbourne, prevede ogni anno la costruzione di un padiglione temporaneo, espressione della filosofia progettuale dell’architetto incaricato e punto di incontro durante i cinque mesi del festival. Al termine della manifestazione, la Naomi Milgrom Foundation dona il padiglione alla cittadinanza, che ne cura il trasferimento e l’installazione in una nuova sede pubblica permanente, dove continuerà a essere utilizzato dalla città arricchendo il panorama delle sue architetture contemporanee. Ogni anno il progetto per l’MPavilion porta la firma di un architetto di fama internazionale: la prima edizione è stata affidata a Sean Godsell per chiudere, quest’anno, con l’intervento del Pritzker Tadao Ando. Durante i suoi dieci anni di vita, MPavilion ha visto crescere il proprio successo, contando fino a 350mila visitatori per il 2022/23.
MPAVILION 1 - Sean Godsell Architects
Il primo progetto ad aprire la successione degli MPavilion è firmato da Sean Godsell e racchiude un insieme di riferimenti alla tradizione australiana mentre combina innovazione e sostenibilità
Nasce da una profonda conoscenza dell’outback australiano, fra la naturale ‘brutalità’ del suo paesaggio e i tentativi di ammorbidirlo attraverso il costruito, il progetto sviluppato da Sean Godsell Architects per la prima edizione di MPavilion, inaugurato nel 2014. “Interventi gentili all’inizio della nostra colonizzazione hanno ‘civilizzato’ un ambiente altrimenti duro e spesso ostile, dove specie botaniche sconosciute potevano avvelenare e ogni morso e puntura poteva uccidere. Qualsiasi intervento dell’uomo nell’outback simboleggia un riparo, una tregua, persino la salvezza e “uso adattativo dell’artificio è alla base della tradizione edilizia di questo Paese”, racconta direttamente Sean Godsell. Ed è così che la progettazione, qui, è mossa dalla volontà di proporre sollievo, ombra, conforto. Benessere che gli abitanti diMelbourne possono trovare anche nei parchi storici della città, sempre aperti e accessibili; dai Royal Botanical Gardens ai Queen Victoria Gardens, esempio concreto della progettazione paesaggistica britannica tipica delle fine del XVIII secolo. Proprio qui, dove la vista raggiunge lo skyline disegnato dai grattacieli delle città ma è protetta dal verde, ha preso avvio il progetto per gli MPavilion e l’architettura di Sean Godsell, che rimanda al passato. “I capannoni e i fienili, i ricoveri dei tosatori e le verande dell’Outback sono sempre stati i nostri punti di ritrovo e i centri sociali dell’Australia. Ci siamo sempre riuniti in queste strutture rudimentali, dove ospitiamo matrimoni, balli, riunioni sull’imminente siccità o sui pericoli legati agli incendi. Si tratta di luoghi potenti”. Potenti nonostante la loro semplicità, che torna anche qui: il progetto di Godsell ha previsto l’installazione di una semplice struttura in acciaio che, però, racchiude sia i concetti di flessibilità che di innovazione. Flessibilità perché, secondo la destinazione d’uso e la richiesta della Naomi Milgrom Foundation, doveva essere in grado, nei suoi 117 giorni di vita, di ospitare 64mila visitatori,317 eventi gratuiti, 15 opere di visual art, servire17mila caffè, poter essere messo in sicurezza di notte oltre a essere smontabile e riassemblabile altrove. Doveva, inoltre, essere autonomo e autosufficiente, dal momento che il sito di progetto è distante da altri edifici. Non solo: la qualità del terreno su cui poggia è bassa, come hanno dichiarato i preliminari rapporti geotecnici. Usato come discarica per i materiali da costruzione nel XIX secolo, periodo in cui Melbourne ha vissuto una forte espansione costruttiva, il terreno ne risulta contaminato e la municipalità ha vietato opere di scavo. Il materiale di risulta, durante le fasi di cantiere, è stato dunque conservato in loco e, anche in un’ottica di sensibilizzazione verso i criteri legati alla sostenibilità, tutta la struttura è riciclabile e il suo pavimento è stato recuperato da quello di un vecchio edificio agricolo.Il contributo relativo all’innovazione si è reso necessario considerata la richiesta della committenza di mettere in sicurezza l’edificio durante le ore notturne; per questo Sean Godsell ha pensato a una facciata movimentabile e controllabile da remoto. La copertura segue lo stesso criterio, in questo caso a favore del controllo sull’apporto di luce naturale e aerazione.
UN PADIGLIONE SCULTOREO
"Il padiglione sboccia come un fiore alla luce del mattino e si richiude al tramonto. L'identità scultorea del padiglione è il risultato di una risposta pragmatica a un problema difficile, su cui il mio studio già stava lavorando approfondendo il tema delle facciate apribili": così Sean Godsell descrive il pensiero progettuale per il suo MPavilion, poi tradotto in una soluzione tecnica. In assenza di recinzioni, cancelli o porte limitrofe, il padiglione doveva garantire la propria sicurezza di sé, proprio per questo si è ricorso a un sistema movimentabile. La struttura del padiglione, che misura 12x12 metri, è in acciaio, con tetto vetrato e rivestimento automatizzato; per semplificare le operazioni di montaggio e smontaggio ogni elemento della struttura è stato prefabbricato. Una serie di elementi di 2.400x2.400 mm è stata trasportata sul sito del cantiere e l'intero padiglione è stato montato in 72 ore. Oggetto di attenzione, da parte dei progettisti, è stata anche la doppia identità del padiglione, temporaneo presso i Queen Victoria Gardens e permanente nell'altro punto della città in cui è stato spostato alla fine della manifestazione, gli spazi dell'Hellenic Museum. Questa doppia villa ha richiesto la selezione di materiali di alta qualità e una struttura solida nonostante l'apparente leggerezza.
MPAVILION 10 - Tadao Ando
Silenzio, equilibrio, intimità pur in un progetto per eventi e per la comunità: il padiglione curato da Tadao Ando per la più recente edizione degli MPavilion racchiude la sua filosofia progettuale mentre si integra nel paesaggio di Melbourne
“Il mio progetto per l’MPavilion è partito dal desiderio di trovare uno scenario di eternità all’interno dei Queen Victoria Gardens, l’oasi di Melbourne. Eterno inteso non nel materiale o nella struttura, ma nel ricordo di un paesaggio che continuerà a vivere nel cuore delle persone. Per riflettere la natura vivace del sito su una tela bianca, ho immaginato un’architettura del vuoto. La geometria pura delinea la composizione di questo progetto”: così Tadao Ando descrive il proprio intervento per il padiglione del 2023/24, il suo primo progetto in Australia. Strumento per raggiungere la purezza e inserirsi nell’armonia del paesaggio naturale è, dunque, la geometria, di cui Tadao Ando seleziona le forme del quadrato e del cerchio, composte e studiate per creare simmetria ed equilibrio. Nello specifico, due quadrati sfalsati creano due ingressi che accompagnano verso il centro del padiglione e pareti in cemento di diverse lunghezze delimitano in parte lo spazio centrale, in modo da creare un rifugio di pace, ispirato al tradizionale giardino giapponese. In questa oasi di silenzio entra comunque anche la città di Melbourne, il cui skyline è incorniciato dalla lunga apertura orizzontale che ‘taglia’ le pareti. A enfatizzare la ricerca di equilibrio e il legame con il paesaggio della città, le superfici riflettenti della piscina, pensata proprio per moltiplicare la percezione sulla geometria e sul verde dei Queen Victoria Gardens. La creazione di un’atmosfera così particolare all’interno dell’MPavilion richiama i visitatori, attenti e curiosi, che vogliono sperimentare da vicino la forza dell’architettura di Tadao Ando, che dimostra così di aver centrato l’obiettivo del festival, dove il progetto è pensato per incoraggiare l’incontro fra le persone, la natura e il costruito, dando il via a un dialogo costruttivo. “L’architettura di Tadao Ando è straordinaria perché influenza radicalmente il modo in cui percepiamo il mondo che ci circonda”, ha confermato la committente Naomi Milgrom. “Come Tadao Ando, sono appassionata di un’architettura che promuove la vita pubblica e incoraggia l’interazione sociale, e sono entusiasta che gli australiani possano sperimentare direttamente il suo genio attraverso questo luogo d’incontro incredibilmente speciale per la conversazione, lo scambio di idee e la contemplazione”, chiude. Inaugurato lo scorso 16 novembre e accessibile fino al 28 marzo in occasione degli oltre 150 eventi culturali previsti a calendario, il padiglione è in breve tempo diventato meta di visite da parte di appassionati di architettura e dei partecipanti al programma di eventi. “Tadao Ando ha progettato una nuova destinazione iconica per Melbourne, un luogo contemplativo, un rifugio temporaneo dal trambusto della città, e contemporaneamente uno spazio dinamico per la ricerca creativa e la discussione animata per coloro che partecipano al nostro programma pubblico”, conferma la fondatrice della manifestazione.
GEOMETRIE PURE E MATERIALI PRIMARI
Una struttura che dialoga con l’ambiente, si ispira alla tradizione giapponese e comunica l’expertise di Tadao Ando anche attraverso la consulenza dello studio Sean Godsell Architects, incaricato nel ruolo di executive architects: l’MPavilion 2023/24 rappresenta e divulga un articolato insieme di concetti e un provato sistema costruttivo. La struttura è caratterizzata da un’ampia copertura circolare, a forma di disco, dal diametro di 14,4 metri, rivestita in alluminio e che poggia sulla colonna centrale in cemento. Le pareti in cemento che disegnano due quadrati sfalsati chiudono il nucleo centrale e sono arricchite da due dettagli: la prima metà di spazio, da nord verso sud, è occupata da uno specchio d’acqua, mentre le pareti verso nord sono definite da una lunga fenditura orizzontale (16.800x225 mm) rivolta verso il centro urbano di Melbourne, a sottolineare il legame con la città. “Spero che le persone che visiteranno questo spazio gli concedano di entrare nei loro cuori e permettano ai loro sensi di sintonizzarsi con la luce e la brezza che interagiscono con loro e con questo spazio. Auspico per loro un’esperienza di armonia con la natura, con sé stessi e con gli altri”, ha commentato Ando.
Scheda progetto
Committente: Naomi Milgrom Foundation
Progettista: Sean Godsell Architects
Project team: Sean Godsell, Hayley Franklin, Dayne Trower
Construction time: 72 hours
Lifetime: 117 days
Structural engineer: WSP Structures
Building surveyor: Wilsmore Nelson Group building
Contractor: Kane Constructions
Photos: Earl Carter
Progettista: Tadao Ando, Tadao Ando Architect & Associates, Osaka, Japan
Executive architect: Sean Godsell, Sean Godsell Architects, Melbourne
Structural engineer: AECOM (Melbourne Office)
Electrical, fire, hydraulic engineer: AECOM (Melbourne Office)
Builder: Kane Constructions Pty Ltd
Consultant building surveyor: Gardner Group, Melbourne
Photos: Rory Gardiner, Micheal Pham