Via Cenni si trova in un'area suburbana della città di Milano raggiunta dalla radiale via Novara, nella densità interrotta da agricoltura di prossimità e da grandi parchi. Vi domina la complessità morfologica, con frammenti di tessuto tradizionale, edilizia aperta e grandi complessi monofunzionali (deposito ATM, una Caserma, il quartiere di edilizia popolare Fleming). Nell'area sorge anche la secentesca cascina Torrette di Trenno, una cascina lombarda i cui locali e attrezzi testimoniano la civiltà agricola della pianura. Questa periferia manca di un centro per la vita sociale e quotidiana dei suoi abitanti, anche se dispone di tanti servizi, mancano i luoghi di aggregazione e tutta l'area appare dominata da una tranquillità periferica al limite dell'anonimato.
Il progetto nasce dal concetto di comunità e si basa su un'idea di mixed development, considerando che ad una varietà tipologica di alloggi possa corrisponda una maggior varietà da un punto di vista sociale, presupposto di una comunità.
L'elemento generatore del progetto è lo spazio aperto, pubblico e semipubblico, visto non come sistema statico, ma come flusso, flusso di attività tra margini costruiti adiacenti, tra città costruita e città di transizione cosparsa dal verde metropolitano del sud ovest milanese. L'idea di flusso dà forma e qualità agli spazi interni e esterni del nuovo complesso, favorisce l'integrazione tra servizi e funzioni diverse e tra la comunità da insediare e il quartiere. Per questo al centro del complesso sorge uno spazio semi-pubblico verde, simbolo della sostenibilità intesa sia come obiettivo da perseguire, che come valore civile e culturale da condividere, ma anche come occasione di incontro. Gli spazi aperti sono articolati in diversi livelli di fruibilità e hanno come punto di partenza un luogo interno: la corte verde. E' proprio questo paesaggio interno, protetto, scena di persone e di luoghi, che costituisce il cuore del progetto, lo spazio attorno al quale si articolano gli spazi e i volumi e si distribuiscono le funzioni. E' un luogo posto tra città e campagna, compreso tra densità e rarefazione.
La "corte aperta" interna è il luogo centrale del progetto, è pensata come un piccolo parco con alcuni alberi e presenze arbustive, vi prevale un'idea di giardino come sequenza di scenari verdi dai valori cromatici e olfattivi continuamente variati. Vi sono poi alcuni piccoli giardini privati e dei tetti verdi con altro verde estensivo, altri orti e floricoltura, che circondano la corte a giardino. Lo spazio comune, aperto e pubblico è concepito come una sequenza di segmenti di attività e di luoghi che si animano durante le diverse ore del giorno per le diverse fasce di cittadini; è un luogo di attrazione ed è sorvegliato dalle attività e dai servizi che vi si affacciano. La cascina, i vari servizi aperti ai cittadini e le altre funzioni terziarie, divengono parte dei servizi del quartiere, come la corte verde che comprende anche aree gioco e pergolati per gli anziani, per ragazzi e per i bambini: è una specie di trapianto di micro tessuto sociale per rivitalizzare la periferia. Per dare valore a luoghi e alla vita quotidiana il progetto favorisce la mobilità alternativa, mentre quella carrabile è lasciata ai margini; un unico anello carrabile e parcheggi interrati evitano la presenza di auto all'interno dell'area, che è interamente pedonalizzata.
Il tema della loggia, del balcone e del bow-window, così come il tema del ballatoio esprimono quella relazione di continuità tra l'interno e l'esterno, tra la dimensione privata e quella pubblica, che contribuisce a rinsaldare il principio di coralità e di partecipazione, già suggerito dalla scelta dell'impianto a corte. A questa continuità spaziale tra pubblico, semi-pubblico e privato, si affianca una progressiva differenziazione degli ambiti accessibili e di privacy; l'articolazione stessa del volume plasma diversi ambiti e crea relazioni. Su tutto prevale il ballatoio, che è una spina che innerva tutti gli spazi dell'abitare e quelli integrativi, ha un ruolo decisivo da un punto di vista distributivo ma anche sociale poiché è di fatto un luogo d'incontro e di scambio fra persone. Oltre al ballatoio, anche le sue scalinate, i suoi ponti, la portineria, gli androni e i corpi scala sono concepiti come spazi di relazione, luoghi in cui la comunità può incontrarsi e relazionarsi. Il ballatoio raggiunge tutti i corpi, si intreccia con il percorso lungo la corte, determina tratti più riservati e più vivaci, da lì si accede alle coperture, insomma innerva tutto il complesso e sarà il suo strumento di percezione e di vita fondamentale.
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Scheda progetto
luogo: Milano, Via Cenni
cliente: Polaris RE
progetto architettonico: Rossiprodi Associati srl
progetto paesaggistico: CZ Studio Associati srl
progetto ingegneristico: Tekne spa
collaboratori: Tommaso Rafanelli, Francesca Genise, Tommaso Vergelli, Andrea Baldi, Francesco Verrazzani
impresa di costruzione: CAV. ANGELO CARRON SPA / SERVICE LEGNO srl
progetto strutture: Tekne spa (cemento armato), Borlini & Zanini srl (strutture in legno)
progetto acustico: Tekne spa
progetto facciate: Rossiprodi Associati srl
impianti sanitari: Tekne spa
impianti di riscaldamento: Tekne spa
impianti di ventilazione: Tekne spa
impianto elettrico: Tekne spa
fornitori: Stora Enso, Marazzi, Piva Group, Favero1, Gyproc – Saint Gobain ecc.
fotografie: Pietro Savorelli
tempi di progettazione: 2010-2012
tempi di realizzazione: 2012-2013
superficie costruita mq: 30325 mq
volume costruito mc: 30600 mc
scheda studio
Studio: RossiProdi Associati Srl
Indirizzo: Via Guglielmo Marconi, 29
Città: Firenze
Telefono: 055 583759
Fax: 055 7349005
e-mail: info@rossiprodi.it
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