La possibilità che negli ambienti di vita quotidiana l'immissione di sostanze chimiche derivanti da sintesi umana sia strettamente connessa all'aumento di allergie, intolleranze e sensibilità chimiche è riconosciuta, studiata e descritta come causa di patologia ambientale.
La qualità dell'aria indoor viene influenzata da molteplici fattori inquinanti (sia interni che esterni) determinati, oltre che dalle normali attività metaboliche di piante e animali, dall'immissione di nuovi prodotti in atmosfera e dall'aumento di tutti i processi, anche naturali, di combustione. A partire dalla metà del secolo scorso e proseguendo esponenzialmente fino ai nostri giorni, sono state create e immesse nell'ambiente più di 100mila nuove sostanze di sintesi chimica antropogenica, estranee (sia in termini quantitativi che qualitativi) ai naturali processi evolutivi e di autoregolazione dell'organismo umano col proprio habitat. Molti di questi composti vengono emessi e diffusi nelle abitazioni dai materiali edili impiegati in fase di costruzione (isolanti, impermeabilizzanti, tinte murali, vernici e impregnanti), altri sono contenuti negli arredi e nei prodotti per la pulizia della casa (profumi e detergenti), altri ancora vengono assunti dal nostro organismo come ormoni, coloranti, antiossidanti e aromi.
Tali prodotti possono interferire sui processi organici umani di sintesi, secrezione, ricezione e metabolismo fino a provocare nel tempo diverse patologie multisistemiche anche gravi e degenerative. Concentrando l'analisi eziologica delle suddette patologie, che possiamo definire ambientali, esclusivamente sulle tecnologie e sulle dinamiche costruttive dell'involucro edilizio, è possibile per il progettista promuoversi ad artefice di prevenzione primaria e secondaria attraverso la scelta di materiali edili caratterizzati da basse emissioni tossiche.
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