Con il progetto per l’Hotel Renaissance, Jean Nouvel torna a Barcellona dopo l’inaugurazione di Torre Agbar. E lo fa nel suo stile. Divertente, sofisticato, a tratti bizzarro, l’hotel che fronteggia il polo fieristico della Barceloneta è un giardino verticale a tutto tondo, dove artificio e natura si mescolano in un connubio dai tratti dissolti. Realizzato con il supporto dello studio catalano Ribas & Ribas Arquitectos, l’Hotel Renaissance si impone sul distretto in continua espansione de L’Hospitalet de Llobregat grazie alla connotazione verde, che lo fa apparire come un’oasi urbana. L’edificio a torre, che letteralmente nasce da una selva di vegetazione posta ai suoi piedi, è costituito da due blocchi verticali separati da un’anima di vetro, acciaio e palme che ospita gli impianti di risalita. Oltre agli ascensori, che raggiungono tutti i piani senza soluzione di continuità, rampe di scale si incastrano a ogni livello cadenzate da isole verdi, passaggi e terrazze panoramiche in modi sempre diversi. Il vuoto centrale genera un enorme giardino d’inverno pensile che promette giochi di luci e ombre e risolve la geometria quadrangolare del lotto, difficilmente adattabile alle richieste del programma funzionale. La scomposizione del blocco in due torri e la detrazione dello spazio centrale in termini di area costruita hanno permesso agli architetti di guadagnare metri in altezza, con il conseguente miglioramento delle proporzioni architettoniche. Più alto e più snello, l’eleganza del volume è coadiuvata dalla lussureggiante vegetazione che si arrampica Con il progetto per l’Hotel Renaissance, Jean Nouvel torna a Barcellona dopo sette anni dall’inaugurazione di Torre Agbar. E lo fa nel suo stile. Divertente, sofisticato, a tratti bizzarro, l’hotel che fronteggia il polo fieristico della Barceloneta è un giardino verticale a tutto tondo, dove artificio e natura si mescolano in un connubio dai tratti dissolti. Realizzato con il supporto dello studio catalano Ribas & Ribas Arquitectos, l’Hotel Renaissance si impone sul distretto in continua espansione de L’Hospitalet de Llobregat grazie alla connotazione verde, che lo fa apparire come un’oasi urbana. L’edificio a torre, che letteralmente nasce da una selva di vegetazione posta ai suoi piedi, è costituito da due blocchi verticali separati da un’anima di vetro, acciaio e palme che ospita gli impianti di risalita.

Oltre agli ascensori, che raggiungono tutti i piani senza soluzione di continuità, rampe di scale si incastrano a ogni livello cadenzate da isole verdi, passaggi e terrazze panoramiche in modi sempre diversi. Il vuoto centrale genera un enorme giardino d’inverno pensile che promette giochi di luci e ombre e risolve la geometria quadrangolare del lotto, difficilmente adattabile alle richieste del programma funzionale. La scomposizione del blocco in due torri e la detrazione dello spazio centrale in termini di area costruita hanno permesso agli architetti di guadagnare metri in altezza, con il conseguente miglioramento delle proporzioni architettoniche. Più alto e più snello, l’eleganza del volume è coadiuvata dalla lussureggiante vegetazione che si arrampica fino a esplodere all’ultimo piano, con palme di altezza variabile visibili anche da terra. Il percorso di risalita parte dal grande atrio vetrato al piano terra, dove i flussi vengono gestiti in modo programmatico per evitare la sovrapposizione fra ricettività, convegni e fruitori dei locali pubblici. Ai piani interrati sono stati inseriti un doppio livello di parcheggi e undici sale conferenza della capacità di circa 1000 persone ciascuna illuminate da grandi lucernari che guardano al parco verde del piano soprastante. All’interno dei due corpi opachi sono alloggiate 357 stanze, diverse per tipologia, che si articolano livello dopo livello sino a raggiungere il 24° piano, dove le 6 suites di taglio maggiore godono di giardini privati e viste mozzafiato sulla Barceloneta. A completare lo sviluppo in altezza, sono stati posti un ristorante panoramico al 14° piano, visibile dall’esterno grazie alla cortina trasparente che ne delimita lo spazio, un’area fitness e spa al piano delle suite e una piscina in copertura, con annessi bar e zona relax. Il grande monolite parallelepipedo sembra riportare al “rovinismo piranesiano”, anche se la sublimazione della grandezza passata lascia il posto a un’architettura che integra alla perfezione i concetti della progettazione biofilica, secondo cui il rapporto tra uomo e natura all’interno degli ambienti è fondamentale per il benessere psicofisico delle persone. Il verde diventa architettura, l’architettura diventa verde, in un continuum formale fatto di vetri serigrafati che simulano le fronde degli alberi e geometrie di facciata che rimandano alle chiome delle palme californiane. Ma non a caso. Le facciate est, sud e ovest sono interamente rivestite da pannelli modulari di calcestruzzo prefabbricati, accoppiati con isolante termo-acustico e rivestiti da una cortina di vetro extrachiaro che alterna momenti trasparenti a filtri color bianco latte per ridurre l’assorbimento della radiazione solare incidente.

L’affaccio a nord, invece, massimizza la captazione di raggi UV sfruttando il rivestimento di vetro curtain-wall serigrafato di colore nero. Mentre a sud il rivestimento di calcestruzzo è intervallato da ovali oblunghi che riducono di molto la penetrazione solare, sulle facciate est e ovest le porzioni opache si permettono aree trasparenti maggiori e dalla forma più articolata, per vedere i confini della città da un lato, per illuminare maggiormente la stanza dall’altro. A nord, invece, tra la parete vetrata e le stanze è interposto uno spazio filtro, dove piante di diversa provenienza crescono rigogliose. La chioma della palma diventa il leitmotiv dell’edificio, decorato all’esterno e all’interno da forme vegetali che articolano gli spazi creando angoli suggestivi di luci e di ombre. Oltre alle geometrie di facciata, le fronde delle palme si ripropongono all’interno, includendo le pareti divisorie dei bagni, i pannelli riflettenti dei corridoi e una luce da comodino, produzione dello stesso architetto, presente in tutte le camere dell’albergo che ripropone sui muri forme vegetali descritte dalla luce che vi passa attraverso. I due colori agli estremi della tabella cromatica prevalgono sul resto e fungono da quinta per le gradazioni del verde, tonalità predominanti all’interno degli ambienti. Anche gli elementi d’arredo di corian, molti dei quali disegnati ad hoc da Jean Nouvel Design, si ispirano a linee e volumi semplici, poi ritmati da ombre e luci proiettate dalle essenze arboree e dalle geometrie di facciata. L’approccio smaccatamente formale che permea l’edificio va di pari passo con le esigenze tecnologiche del XXI secolo. Concepito come un hotel tecnologicamente efficiente, la struttura è dotata dei più moderni sistemi di acustica, domotica e telecomunicazioni. Inoltre, i sistemi di illuminazione e climatizzazione sono cablati per regolare i parametri ambientali interni in base alla presenza degli utenti, rilevata da sensori. L’impronta pop del motivo vegetale mixata all’uso intenso di verde pensile dell’Hotel Renaissance suggerisce l’avvicinamento dell’architettura contemporanea a modelli di edificio dove l’istintivo legame tra uomo e altri organismi viventi diventa imprescindibile. Jean Nouvel e Ribas & Ribas reinterpretano questo legame attraverso materiali sofisticati ed elementi verdi che regalano dinamicità a un cuore altrimenti statico.

TECNOLOGIA D’INVOLUCRO: UN’ARCHITETTURA DI CEMENTO
L’approccio verde che descrive l’edificio diventa motivo vegetale sui tre fronti che guardano al sole. In facciata, pannelli di calcestruzzo prefabbricato sono accostati l’un l’altro in modo sistematico per creare uno schema di vuoti e di pieni corrispondenti alle stanze all’interno. Per i fronti est e ovest, pannelli di 3,8x3 m, spessi 8 cm, si caratterizzano per il grande buco che descrive le fronde di una palma. Per la facciata sud, pannelli di 3x11 m chiudono senza soluzione di continuità i due fronti di testa dell’hotel, ciascuno dei quali realizzato con un’apertura ovale, lunga e stretta, che funge da finestra per le camere che vi affacciano. Lo stampo della palma, realizzato ad hoc, è un intricato susseguirsi di reti elettrosaldate verticali e orizzontali posizionate ogni 150 mm e aventi un diametro di 8 mm. Per creare l’effetto tridimensionale, il poliuretano abbraccia la geometria metallica preformata con spessore e inclinazione variabili, mentre i ferri d’armatura di 12 mm di diametro contribuiscono alla resistenza trasversale. Il pannello di cemento tipo CEM I 52.5 R è stato compattato mediante una vibrazione di circa 1500 cicli/minuto e con una temperatura degli strati superficiali non superiori a 50 °C durante il processo di raffreddamento. Gli elementi prodotti in officina sono stati pensati con una tolleranza di posa di circa 2 cm in altezza, per essere alloggiati entro i due solai, e di circa 1,5 cm in larghezza, per i due pilastri verticali entro i quali si alterna la presenza di un modulo ai lati e due moduli nelle due campate centrali. Una volta portati al piano tramite un’autogru, il montaggio dei pannelli avviene dall’interno per garantire la sicurezza degli operai specializzati. I pannelli sono fissati ai solai mediante struttura di acciaio e tasselli di espansione M12; eventuali tolleranze sono gestite con schiuma di poliuretano e malta ignifuga, che non si ritrae. L’involucro termina con una cortina di vetro fissata ai pannelli di calcestruzzo prefabbricati e con interposizione di materiale isolante per migliorare il comportamento termo acustico dell’edificio.

PROGETTARE VERDE: IL GIARDINO VERTICALE
L’Hotel Renaissance è costruito attorno a uno spettacolare giardino verticale che ospita 293 palme di 10 tipologie diverse e più di 30 specie di piante provenienti dai cinque continenti. Quella creata in collaborazione con Manuel Colominas, agronomo e geografo, è una vera e propria struttura naturale. Definiti il programma funzionale e la geometria dell’edificio, gli ambienti sono stati classificati secondo “fattori di paesaggio”, in seguito tradotti da essenze vegetali compatibili con il clima catalano e l’orientamento del volume costruito. Temperatura e vento sono i fattori principali che hanno determinato la selezione delle piante per il giardino verticale. La palma, scelta per la forma architettonica, è l’assoluta protagonista di tutto l’impianto: oltre a essere resistente agli agenti atmosferici, si sviluppa verticalmente, non richiede eccessiva manutenzione e si adatta al clima mediterraneo. Il giardino verticale è stato diviso in tre scenari, che replicano differenti caratteristiche ambientali. Il primo ambiente è descritto dalle aree esterne, dove la varietà californiana Washingtonia è stata scelta perché resistente agli attacchi parassitari e già intensivamente utilizzata nella zona urbana di Barcellona. Il secondo corrisponde all’atrio centrale, dove la più piccola Kentia, originaria dell’isola australiana di Howe, è usata perché sempreverde e per la sua resistenza anche in mancanza di luce. Nell’atrio, le Kentia si relazionano ad altre essenze vegetali che arricchiscono il blocco vetrato con proporzioni variabili e tonalità verdi differenti. Il terzo scenario, più popoloso, è raggruppato al 14° piano, dove l’altezza dell’interpiano impone l’altezza massima raggiungibile dalle piante. L’essenza utilizzata maggiormente si chiama Yucca Elephantipes, proveniente da El Salvador e Guatemala, seguita da altre piante a crescita limitata, come l’africana Strelitzia Augusta e la palma Ribellina. Per la realizzazione del giardino verticale, i progettisti hanno guardato alle condizioni di sviluppo e colonizzazione del verde, selezionando piante in base alla percentuale di copertura delle loro chiome e alla quantità di luce necessaria per una buona crescita, altrimenti inficiata dalla limitazione architettonica.

Scheda progetto
Progettista: Ateliers Jean Nouvel and Ribas & Ribas Arquitectos
Committente: Hoteles Catalonia
Periodo di costruzione: April 2008 - September 2012
Area lotto: 26,000 mq
Costo: 55 million € (2,000 €/mq)
Localizzazione: Barcelona, Spain
Gruppo di progetto: Emmanuel Blamont Damien Renchon, José Miguel Pomares (project leader); Markus Frank, Eric Nespoulos, Joan Pau, Yasmina Perez, Gonzalo Ruiz, Victor Sanchez, Julia Tupper, Fina Urpi. Progetto esecutivo: Gregoire Giot, Pau Gomez, Jeremy Lebarillec, Cristina Perales, Adriana Ribas, Cristina Sanchez, Jordi Sinfreu, Yvonne Weber, EMA
Progetto strutture: Manuel Argujo y Asociados
Progetto impianti: Ramón Roca
Progetto del paesaggio: Bet Figuresa, Manuel Colominas
Progetto acustico: Joan Altavella
Progetto impianto illuminotecnico: Lumières Studio, Odile Soudant
Graphic design: Marie Maillard, José Miguel Pomares, Natalie Saccu De Franchi
Progetto d’interni: Sabrina Letourneur
Progetto esecutivo: Sabrina Letourneur, Jean Nouvel Design
Periodo di progettazione: January 2005
Photos: Roland Halbe

Arketipo 101, Ricettivo, aprile 2016