La Jockey Club Innovation Tower a Hong Kong si discosta dalla comune tipologia degli edifici a torre per uffici, esprimendosi in una composizione più fluida: a differenza delle costruzioni pluripiano che tendono a spingersi verso l’alto per guadagnare verticalità, conquista lo spazio in più direzioni. Le facciate non danno riferimenti precisi (non c’è un fronte e non c’è un retro) perché passano da un affaccio all’altro senza soluzione di continuità, sembrano diverse da ogni angolo vengano guardate. La plasticità si legge nei due corpi che, partendo da un podio di calcestruzzo armato a vista, salgono inclinati (in pianta e in prospetto) senza mai separarsi: dal fianco di uno di essi parte un corpo basso allungato, di altezza decrescente, che racchiude l’ingresso principale, messo in evidenza dallo sbalzo all’estremità. La torre ospita, su 15 piani per un’altezza di circa 70 m, la scuola di Design del Politecnico di Hong Kong (PolyU) e il Jockey Club Design Institute for Social Innovation: in totale più di 1.800 persone (tra studenti e personale) su una superficie approssimativamente di 15.000 mq suddivisa tra classi multifunzionali, laboratori di ricerca, workshop, uffici, spazi comuni, aree espositive, aree eventi e un auditorium da 300 posti. Il progetto ha dovuto adeguarsi a un sito stretto e irregolare, relegato nell’estremità nordest del campus universitario di Hung Hom e confinante, a sud, con il campo sportivo e, a nord, con lo svincolo autostradale di Chatam Road-Kowloon Corridor: vincoli progettuali dai quali l’edificio, con la sua struttura inclinata, pare sfuggire. All’interno ritroviamo la fluidità già percepita esternamente: superfici curve separano pareti, soffitti e pavimenti; le trasparenze e il bianco sono dominanti. I livelli soprastanti si affacciano su quelli inferiori attraverso il grande atrio centrale, nel quale risaltano le rampe delle scale: corpi stretti e sinuosi, completamente bianchi, che si ripetono salendo con diverse direzioni.

I fianchi dei parapetti (di spessore consistente) sono scavati dagli andamenti paralleli del corrimano e dell’illuminazione che richiamano le linee ininterrotte tracciate nei controsoffitti. Dal punto di vista dell’organizzazione interna, le destinazioni d’uso dei locali chiusi (per la maggior parte con partizioni trasparenti) si sommano a zone informali di incontro e di scambio: le aree di passaggio e i percorsi di circolazione sono stati studiati in modo da incoraggiare tale interazione. L’obiettivo era creare un ambiente multidisciplinare mettendo in contatto fisicamente la varietà di programmi svolti nella scuola di design: le partizioni interne vetrate, i vuoti e gli spazi a doppia (o maggiore) altezza garantiscono una connessione visiva che incoraggia la sinergia e induce una commistione di conoscenze che possono alimentarsi a vicenda. Gli studi fotografici e i laboratori più grandi sono localizzati nei piani inferiori, poichè solitamente richiedono situazioni di luce controllata, oltre a una facilità di accesso per attrezzature e prodotti di dimensioni considerevoli. Al livello della circolazione pubblica all’interno del campus, l’edificio ospita spazi aperti, negozi e gallerie dove vengono mostrati i lavori della scuola, inoltre, ha accessi verso gli spazi esterni e, tramite alcune rampe, al cortile (nel quale ci sono tre alberi preesistenti all’edificio e preservati in fase di cantiere). I locali della scuola di design che ri chiedono un massimo grado di luce naturale sono nella porzione superiore della torre dove, sulla flessuosa facciata trasparente, esplode un insieme frastagliato di striature orizzontali che, oltre a iniziare e terminare con apparente casualità, ha forme e dimensioni variabili.

Questi brise-soleil, che minimizzano i raggi solari diretti, sono oggetti scultorei che si torcono attorno al proprio asse realizzando una facciata tridimensionale: rappresentano uno degli elementi chiave del progetto, lo caratterizzano e rendono unico. La base e la sommità del fabbricato sono avvolte da un bianco rivestimento metallico. Questo involucro non è totalmente chiuso: è stato utilizzato un sistema multistrato che permette al pannello a vista di avere giunti aperti poiché uno strato inferiore nascosto garantisce le funzioni di tenuta all’acqua e drenaggio. Per domare l’irregolare forma tridimensionale, sia in fase di progetto che in fase di costruzione, è stato fatto uso della tecnologia BIM (che non era diffuso come è oggi nel 2008). Nel 1983 Zaha Hadid Architects ottenne grande notorietà vincendo il concorso per il Peak Leisure Club di Hong Kong, ricevendo il primo importante riconoscimento internazionale. Molti anni (e successi) dopo, con la sua prima opera permanente a Hong Kong, rompe gli stilemi degli edifici alti proponendo la fluidità che contraddistingue le altre sue opere (in tutti i campi in cui si è cimentata) realizzando un’architettura che può ispirare gli studenti della scuola di design che la vivono. Il nuovo spazio urbano arricchisce il campus universitario nel quale è inserito (composto da costruzioni basse di mattoncini rossi) e, grazie al suo vibrante involucro, esprime lo spirito creativo e il dinamismo di uno studio di progettazione fuori dagli schemi e, nel contempo, quello di un’istituzione scolastica che vuole guardare al futuro ed è aperta all’innovazione.

FRANGISOLE SCULTOREI
I prospetti delle strutture esistenti del campus, di laterizio, sono caratterizzati da andamenti orizzontali tracciati da finestre a nastro e frangisole: tale effetto è riproposto sull’involucro del nuovo edificio a testimoniare che è parte di un’unica istituzione, integrato nel contesto seppur in modo innovativo. I frangisole dell’Innovation Tower variano la loro disposizione, anche assecondando le destinazioni d’uso dei locali interni: sono in posizione orizzontale in corrispondenza degli studi e degli spazi d’incontro, così da offrire ombreggiamento e contemporaneamente una vista aperta sull’esterno, sono, invece, verticali quando devono garantire maggiore privacy o celare determinati spazi (depositi, locali tecnici e alcuni uffici e atelier). Lo studio dei dettagli del sistema di facciata è stato una delle maggiori sfide della fase progettuale e costruttiva e ha dovuto coniugare esigenze estetiche e pratiche. Per le operazioni di manutenzione, ad esempio, sono state inserite (dietro le “pinne” dei frangisole) passerelle accessibili dall’interno attraverso pannelli rimovibili (localizzati dove possono essere chiusi e messi in sicurezza quando la scuola è aperta al pubblico). I frangisole, come il rivestimento del podio e della copertura, sono realizzati in alluminio (spesso 3 mm), materiale scelto alla fine di un’accurata selezione sia perché economicamente vantaggioso sia perché tecnicamente ottimale (è stato preferito all’ETFE, che avrebbe avuto minore resistenza al vento, e a reti metalliche, che sarebbero state più difficili da pulire e sottoporre a manutenzione). Tutti i moduli sono stati ottimizzati e standardizzati per facilitarne la produzione: i componenti sono stati realizzati in appositi stampi, poi tagliati e, infine, saldati nella sagoma finale. I frangisole sono sostenuti da tubolari di acciaio a sezione circolare fissati ai montanti in facciata; la stessa struttura sostiene anche le passerelle grigliate per la manutenzione.

STRUTTURA DINAMICA
L’edificio è diviso in due blocchi: uno più basso, di 11 piani, e uno più alto, di 15, in pendenza verso l’esterno sugli angoli ovest e nord, raggiungendo un aggetto massimo di 20 m. La struttura primaria consiste in un telaio di travi e pilastri con solai pieni di calcestruzzo e tre nuclei di controvento, compreso un nucleo circolare sulla estremità a nord. La struttura è sostenuta da 54 pali di fondazione il cui diametro varia tra 1,2 e 2 m. I carichi verticali sul perimetro in aggetto sono trasmessi alla fondazione da una serie di pilastri inclinati, alcuni dei quali hanno una pendenza che raggiunge i 50°. A causa dell’inclinazione dei pilastri, i carichi verticali generano forze orizzontali al livello dei solai; queste componenti orizzontali caricano travi-tiranti di calcestruzzo che le trasmettono ai nuclei di controvento. Oltre a fornire la stabilità laterale sotto l’azione di forze orizzontali, i tre nuclei devono resistere a momenti di ribaltamento significativi sotto i soli carichi verticali, che sono causati dalla irregolarità in elevazione del fabbricato. Parte delle murature di controvento alla base dell’edificio sono esposte e una pellicola di 3 mm è stata usata all’interno dei casseri per ottenere un’alta qualità delle superfici del calcestruzzo faccia a vista. L’inclinazione incrementale dell’edificio dovuta all’accorciamento assiale della struttura di calcestruzzo è stata monitorata durante le fasi di costruzione e comparata ai valori del modello strutturale 3D: la geometria di ogni piano è stata progressivamente ricalibrata per compensare questo effetto. A causa dell’irregolarità della forma, vi è una minima ripetitività tra i piani, che cambiano geometria a ogni livello, e sono presenti numerose travi di trasferimento per ottenere una distribuzione di spazi più efficiente, specialmente sopra i grandi volumi degli atrii. La struttura delle scale interne consiste in travi reticolari che si estendono tra le travi di bordo che circondano le grandi aperture nei solai; una delle principali sfide nella progettazione di questi elementi a grande campata è stato lo studio del comportamento dinamico e il controllo delle vibrazioni.

Lo sbalzo all'estremità del corpo dell'ingresso principale

SOSTENIBILITÀ E COMFORT INTERNO
Le scelte impiantistiche adottate permettono di limitare il consumo di energia: alta efficienza dei refrigeratori raffreddati ad acqua, recupero di calore sulle unità di trattamento di aria primaria, lampade ad alta efficienza energetica, sensori di presenza per il controllo delle luci, sensori di anidride carbonica nei locali didattici e negli uffici (così da modulare correttamente il volume di aria pulita necessario), appositi termostati per rilevare la temperatura media dell’aria interna. Un sistema di controllo e monitoraggio centrale gestisce tutte le luci e i dispositivi meccanici dello stabile: sensori di luce diurna controllano l’accensione e lo spegnimento dei punti luce vicino alle finestre negli uffici, nelle classi e nei laboratori. Ci sono lampioni a energia solare vicino alla pista da jogging e alcuni pannelli fotovoltaici per l’illuminazione. Il risparmio è anche idrico: l’acqua di condensazione delle torri di raffreddamento e l’acqua piovana vengono riciclate per lo scarico dei bagni. Per una migliore qualità dell’aria interna, le prese d’aria sono in corrispondenza della copertura, sul lato opposto a Chatam Road, una delle aree a maggior traffico. Un cavedio di calcestruzzo integrato nel nucleo strutturale è stato progettato a questo scopo. Per ridurre l’ingresso di calore, la facciata vetrata principale è trattata con un rivestimento riflettente. I frangisole, con la “pinna” in posizione sia orizzontale che verticale, bloccano la luce solare diretta. L’Overall Thermal Transfer Value, che misura l’ingresso medio di calore attraverso l’involucro di un edificio, è rispettivamente di 20,32 W/mq per il podio e 25,20 W/mq per la torre, valori che rispettano le richieste di legge. Infine, sono state progettate porzioni di tetti verdi al 12° e 13° piano.

Scheda progetto
ZHA project architect: Simon Yu, Woody Yao
Committente: The Hong Kong Polytechnic University (Campus Development Office)
Periodo di costruzione: October 2010 - July 2013
Totale area costruita: 28,000 mq
Localizzazione: Hung Hom, Kowloon, Hong Kong
Progetto architettonico: Zaha Hadid Architects - Zaha Hadid and Patrik Schumacher Direttore progetto: Woody Yao
Capo progetto: Simon Yu
Gruppo di concorso: H. Kwong, M. Leung, L. Jiang, Z. Guo, Y. Jingwen, M. Mutyaba, P. Xanthopoulus, M. Yordanova Valova
Gruppo di progetto: H. Kwong, J. Huang, B. Cheung, C. Kwan, J. Liu, J. Jian, Z. Guo, U. Blum, L. Jiang, Y. Jingwen, B. Tam, K. Sin, X. Hui, T. Zhong
Architetto esecutivo locale: AGC Design, AD+RG (Competition stage)
Ingegneria strutturale e geotecnica, impianti e facciate: Ove Arup & Partners
Progetto del paesaggio: Team 73
Progetto acustica: Westwood Hong & Associates
Quantity surveyor: Rider Levett Bucknall
Impresa principale: Shui On Construction Company
Facciate: YKK AP Facade, Beijing Jangho
Curtain Wall GRC and GRG: Kassel Park Engineering
Facciate e finiture aluminio: Dongguan Midsquare Metals Spraying
Vetro: Shanghai Yaohua Pilkington Glass
Aluminio estruso: Asia Aluminium Group P
VF2 / PVF2: AkzoNobel Coatings
GRC: Goldgrate Fibreglass
GRG: Shanghai Santari Decorative Material
Vetrate e facciata continua: Hong Kong SYP Engineering Glass
Sistema frangisole: CS Construction Specialties
Ascensori: Kone Elevator
Pavimento zone espositive: Ardex
Pavimenti di gomma: Mondo Floori
Photos: Doublespace, Iwan Baan, Gabriele Masera, Arup

Arketipo 104, Zaha Hadid, July/August 2016