È dell’architetto e professore Kengo Kuma l’edificio presso il campus dell’università di Hongo, a Tokyo. La costruzione, finanziata dalla Daiwa House Industry Co., ospita il centro educativo e di ricerca Ubiquitous Computing per la University’s Interfaculty Initiative for Information Studies. La costruzione, inaugurata nel maggio 2014, ospita il centro ricerche dedicato allo sviluppo informatico di supporto alle persone nelle proprie attività quotidiane. La scelta progettuale dell’architetto per il nuovo volume è stata di discostarsi dall’immagine convenzionale degli edifici per l’istruzione. Usualmente, infatti, i campus vengono identificati con l’impiego di materiali massivi e pesanti, come il cemento, il metallo o la pietra. Kengo Kuma ha scelto, invece, di dare un’immagine completamente diversa, quasi eterea, utilizzando il legno come materiale di finitura predominante. Il cedro, applicato “a scaglie” su supporti d’acciaio e cemento, ricopre quasi interamente l’edificio con uno schema, solo in apparenza, casuale che infonde dinamicità e armonia al complesso. Sono presenti in facciata, ai diversi livelli, ampie porzioni vetrate di dimensioni differenti che sono parzialmente schermate con gli stessi elementi lignei.
L’edificio si compone di tre piani fuori terra e due livelli interrati. Con una pianta regolare, il volume ha un’altezza massima di 11,88 m e una superficie coperta di circa 680 mq. Nonostante la forma pressoché rettangolare dell’impronta sul terreno, la superficie calpestabile non si distribuisce uniformemente sui vari livelli. Uno squarcio dal piano terra a primo piano rompe il rigore formale della griglia distributiva formando un grande atrio che attraversa l’intero edificio. La spaccatura, oltre a interrompere la regolarità in pianta, collega la strada antistante d’accesso con il giardino giapponese sul retro, di pertinenza della residenza universitaria. Ne risulta una sorta di galleria, dove il motivo ligneo si ripete senza soluzione di continuità, che regala uno scorcio sul verde, un flusso leggero di aria e un ampio corridoio di luce che pervade tutto il campus. In più, e senza modificare gli spazi a piano terra nella parte anteriore dell’edificio, il progettista ha scelto di slittare verso l’esterno le pareti di tamponamento dei piani superiori per consentire spazi più ampi e migliorare il comfort visivo interno. La facciata stessa, infatti, funge da frangisole proteggendo i piani inferiori dalla radiazione diretta. L’accesso all’edificio avviene attraverso la grande bucatura a doppia altezza del piano terra, in corrispondenza della quale sono poste, da un lato, la hall con grandi porte vetrate, e dall’altro, una parete completamente vetrata che delimita il bar. Percorrendo il grande spazio d’accoglienza si raggiungono gli elementi di collegamento verticali, che portano ai livelli superiori e inferiori dove sono dislocati i laboratori e gli spazi di servizio alla ricerca. A tutti i livelli sono previsti spazi ricreativi, come sale lettura e gallerie, che si aggiungono a uno spazio aperto esterno.
Anche il bar occupa, con i propri tavoli, parte della superficie calpestabile della galleria d’accesso ampliando l’area vivibile dell’ampio giardino giapponese adiacente. Al piano più alto si trova la sala congressi, intitolata al finanziatore dell’opera, che può ospitare diverse centinaia di persone. La struttura portante è di calcestruzzo armato per i due piani interrati, e, per i piani superiori, di metallo, a telaio, con campate di 3,5×10,355 m. Coerentemente con la declinazione spiccatamente tecnologica della destinazione dell’edificio, Kengo Kuma ha progettato un sistema di controllo impiantistico. Grazie a numerosi sensori di presenza e d’attività e a rilevatori di temperature, umidità e purezza dell’aria interna dislocati in tutte le parti dell’edificio, è possibile un monitoraggio continuo e l’autoregolazione dei parametri termo-igrometrici interni. La gestione avviene in remoto e opera su un network utilizzabile per diverse funzioni come prototipo sperimentale all’interno del programma denominato ”internet of Things”. È questo un esempio di buona architettura che sposa la tecnologia senza dimenticare il fondamentale rapporto con la natura che pervade l’intorno e l’opera stessa.
L’INVOLUCRO: SCAGLIE DI LEGNO DI CEDRO
La nota più significativa dell’intervento è certamente il suo aspetto esteriore. Strisce di cedro ricoprono quasi completamente le facciate creando una serie di layers dall’aspetto leggero e “quasi precario”. I listelli di legno sono organizzati in strisce verticali in gruppi di 5-10 elementi disposti lungo direttrici diagonali. Il progetto ha richiesto studi complessi e l’impiego della tecnologia digitale per costruire pannelli composti da elementi di legno di diverse dimensioni e accostati a distanze differenti. L’obiettivo era creare elementi con porosità diverse che potessero rendere più o meno traguardabile il rivestimento stesso. Tutte le facciate sono percorse dallo stesso motivo che nasconde, anche solo parzialmente, le grandi aperture vetrate. Unica eccezione, la facciata sul retro che è meno ricca e più vicina alla tradizione giapponese per meglio dialogare con il tranquillo giardino interno. Le pannellature su cui sono fissati i listelli di legno sono costituite da elementi di calcestruzzo alleggerito ancorati puntualmente alla sottostruttura metallica composta da traversi e montanti. Grazie allo slittamento delle pareti di tamponamento dei piani fuori terra e al posizionamento dei supporti della facciata ventilata su piani differenti, l’aspetto del volume, nel suo complesso, è dinamico e spettacolare. La ripetizione apparentemente casuale di tante piccole lame di cedro definisce forme non lineari disposte ad arte a formare un unicum tridimensionale che ricorda un pesce con le squame.
Scheda progetto
Progettista: Kengo Kuma & associates
Committente: Daiwa House Industry Co., University’s Interfaculty Initiative for information Studies di Hongo, Tokyo
Area lotto: 304,880.06 mq
Area occupata dall’edificio: 679.45 mq
Periodo di costruzione: October 2012 - April 2014
Progetto Impantistico: Campus planning office (Kengo Kuma) & facilities department, Kengo Kuma & associates Daiwa House, Kanto Structural Engineering Office Campus Planning Office (Kengo Kuma) and Facilities Department, Kankyo Engineering
Superficie lorda di pavimento: 2,709 mq
Impresa Contractor Daiwa House Industry
Photos: Takumi Ohta, SS Tokyo