©Darragh Hehir

Ispirata alla tavolozza cromatica del Duomo di Prato per il disegno delle facciate, la rinnovata residenza nel quartiere Vergaio a Prato è frutto di un progetto estremamente accurato dal punto di vista formale. Il principale tratto distintivo di questa architettura è il rapporto con la luce naturale, che esalta il disegno degli spazi costruiti, e artificiale, che ne sottolinea linee e volumi.

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L’abitazione è risultato dell’unione di due unità immobiliari sovrapposte: ambienti dall’immagine minimalista, rivestiti con materiali e colori sapientemente intonati, si sviluppano in una serrata sequenza, scanditi da superfici trasparenti e da elementi scultorei. Le nuove finestrature e il diradamento delle partizioni murarie interne hanno permesso di inondare gli interni con abbondante luce naturale. In particolare, la valorizzazione del vano scala esistente, diventato parte integrante dell’attuale abitazione su quattro livelli, è stato un aspetto centrale del concept architettonico, in quanto sprovvisto di aperture verso l’esterno: proprio il lucernario tubolare FAKRO ha permesso l’illuminazione naturale del vano scale interno.

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Lo studio Bettazzi+Percoco architetti ha curato la progettazione: “Abbiamo voluto scardinare la rigida impostazione planimetrica, tipica di questa tipologia edilizia degli anni ’60, a favore di una maggiore fluidità e fruibilità degli ambienti”.
L’ingresso, infatti, si apre su un ampio e luminoso living, in cui è la scala a essere protagonista dello spazio abitato. Il primo gradino si estende a formare il basamento del mobile tv, mentre il parapetto scultoreo unisce e collega anche visivamente la zona giorno con tutti gli altri piani. Grazie alla demolizione della parete divisoria e all’installazione di un’ampia apertura vetrata, anche la cucina è diventata un unico grande ambiente, moderno e dinamico.

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Il primo piano, invece, è riservato alla zona notte, composta da camera principale con bagno e cabina armadio e da altre due camere, ampie e luminose, dove risalta il rivestimento parietale con carte da parati personalizzate. Nella cantina, infine, situata al piano interrato, e nel sottotetto, trasformato in un’accogliente mansarda, è stata mantenuta un’immagine più domestica e tradizionale, lasciando a vista alcuni componenti strutturali.

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Lo studio Bettazzi+Percoco prosegue: “Con l’intendo di valorizzare tali interventi, abbiamo deciso di inserire il lucernario tubolare FAKRO per rendere più luminose le scale e i pianerottoli della zona notte e della mansarda, evitando di ricorrere esclusivamente a punti luce con alimentazione artificiale. Dopo il confronto delle caratteristiche estetiche, tecniche, prestazionali ed economiche di diversi lucernari tubolari abbiamo scelto il modello SFD di FAKRO, quale miglior soluzione per massimizzare l’apporto di luce naturale”.
Grazie al gradevole diffusore circolare che riceve la luce solare direttamente dalla copertura, anche i piani superiori dispongono di rampe e spazi connettivi ben illuminati durante i diversi momenti della giornata.

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Scheda progetto
Progetto architettonico e di illuminotecnica: Bettazzi+Percoco architetti
Progetto impianto termico: ing. Filippo Baroncelli
Lucernario tubolare: FAKRO, modello SFD