L’Ospedale Ray Juan Carlos, secondo presidio sanitario della capitale spagnola per dimensioni, è ubicato a Mòstoles, nella periferia occidentale di Madrid.
Il progetto propone un nuovo modello ospedaliero, capace di fondere in un’unica struttura l’organizzazione e le funzionalità di un edificio dedicato alla salute e alla ricerca medica con l’accoglienza di un edificio residenziale. Un luogo dove il paziente possa essere al centro della cura, in un ambiente che si propone di utilizzare tre elementi fondamentali: l’efficienza, la luce e il silenzio. L’edificio è costituito da un grande basamento parallelepipedo sviluppato su quattro piani dove trovano collocazione gli spazi per le unità terapeutiche, per la diagnosi e per i trattamenti ambulatoriali. A livello planimetrico, si sviluppa in tre moduli paralleli divisi da due “strade” pedonali interne illuminate con luce zenitale. Le street mantengono ben distinte le aree a uso interno, esterno e condiviso, distinguendo gli accessi e le specificità dei nuclei di comunicazione verticale. Al di sopra del basamento sono presenti due volumi ovoidali, di cinque piani che ospitano le aree di degenza, che si allontanano dalle forme più austere e razionali del blocco sottostante. I grandi vetri romboidali che rivestono le facciate dei due volumi ne sdrammatizzano l’impatto e rendono il complesso più organico e armonioso. L’attenzione alla dimensione umana è stata concretizzata attraverso la rimozione dei corridoi, e quindi l’attenuazione del rumore, la circolazione concentrica, la luce e il silenzio, che si dimostrano terapeutici, oltre al trattamento dei singoli ambienti che rendono piacevole e dignitoso il passaggio attraverso l’ospedale, sia per il paziente che per i visitatori. L’area ospedaliera rappresenta uno spazio fisico in cui il paziente necessita di tranquillità e luce per rigenerarsi; la scelta di realizzare una forma curva ha permesso quindi di evitare corridoi stretti e scuri che caratterizzano la tipica struttura degli ospedali e ha permesso di aprire grandi cortili interni osservabili dalle camere, favorendo la qualità spaziale degli ambienti utilizzati da pazienti e parenti. Diverse tipologie di involucro caratterizzano, esternamente e internamente, l’edificio. I piani della piastra dei servizi presentano una schermatura esterna a fasce orizzontali metalliche, che garantiscono uniformità alla facciata mascherando l’alternanza dei retrostanti elementi opachi e trasparenti. Gli elementi opachi, in blocchi di laterizio, sono isolati termicamente sia all’interno, grazie a una controparete di cartongesso, sia all’esterno, attraverso uno strato di isolante protetto da una lamiera grecata di alluminio. Gli elementi trasparenti sono caratterizzati da infissi scorrevoli di alluminio e, in corrispondenza del piano terra, da facciate strutturali di alluminio con lastre di vetro extra chiare serigrafate a puntini bianchi.

Per le corti interne, che ben esemplificano l’approccio sostenibile e la volontà degli architetti di integrazione nel progetto di elementi e materiali naturali – luce e vegetazione – ed energie rinnovabili, l’obiettivo era di rendere le facciate “invisibili”: la trasparenza e l’assenza di riflessi erano un aspetto di fondamentale importanza nella realizzazione della strategia di controllo dei pazienti che i progettisti hanno voluto sviluppare. Per raggiungere lo scopo è stata utilizzata una facciata a curtain wall priva di montanti strutturali. L’involucro esterno delle torri ovoidali delle degenze, costituito da grandi moduli di vetro di forma romboidale, è quello che maggiormente caratterizza, anche dal punto di vista tecnologico, l’involucro dell’Ospedale Ray Juan Carlos. I vetri avvolgono interamente le facciate delle torri di degenza creando una superficie continua, enfatizzata dalle grandi fughe ricavate tra i rombi di vetro monolitico extra chiaro. Le lastre esterne presentano al centro una bombatura sferica in bassorilievo di 2,2 m di diametro e rientrante di 40 cm, ulteriormente evidenziata dai chiaroscuri e dalle trasparenze velate ottenute con le serigrafie e le pellicole traslucide applicate sulle facciate interne ed esterne. Esternamente il sistema di fissaggio è costituito da un profilo tubolare d’acciaio, ancorato tramite una piastra di base alla soletta di calcestruzzo armato, sul quale si innesta una staffa cruciforme realizzata, su disegno, in pressofusione di alluminio. Ognuno dei quattro bracci delle staffe permette di sostenere i vertici della lastra romboidale attraverso aste a “boomerang” di alluminio, realizzate con la medesima procedura e lunghe poco più di un metro. Infine, un sistema di collegamento tra le aste a “boomerang” e il telaio d’acciaio che supporta le lastre di vetro, realizzati con due elementi sagomati di acciaio inox, ne ha permesso, grazie agli snodi, la regolazione in fase di posa in opera.
L’involucro interno è invece costituito da una facciata strutturale in moduli fissi e apribili realizzati in lega di alluminio con trattamento termico. La superficie maggiore risulta essere occupata dalle specchiature fisse, costituite da un’unica lastra di vetrocamera, aventi dimensioni pari a 350x250 cm. Le lastre risultano essere completamente trasparenti solo in corrispondenza della bombatura semisferica presente sulla lastra vetrata esterna. Internamente una pellicola traslucida lascia libero solamente un cerchio al centro della lastra, quasi una sorta di “pupilla” che permette la visione del mondo esterno.

LA PROGETTAZIONE INTEGRATA DELLA SICUREZZA
Il tema della sicurezza dei flussi e della organizzazione e protezione delle destinazioni d’uso più critiche, sia per quanto riguarda il controllo dell’accesso, che per le funzioni svolte all’interno delle stesse, sono stati determinanti in sede di definizione del layout e dell’aspetto architettonico della struttura. Gli accessi delle differenti tipologie di utenza - pazienti, visitatori, personale interno e fornitori - sono distribuiti lungo i diversi fronti della piastra dei servizi. Questa risulta suddivisa in tre settori dalle due lobby (strade parallele) a tripla altezza rischiarate grazie all’illuminazione naturale zenitale. Le street, di cui solamente una è aperta al pubblico, favoriscono la chiarezza organizzativa e permettono una notevole flessibilità dello schema funzionale, nonché, grazie anche a una maglia strutturale regolare, la possibilità di una semplice espansione futura attraverso moduli componibili. Nelle lobby sono inoltre presenti i collegamenti verticali principali e le passerelle aeree che portano alle diverse funzioni, terapeutiche e non, presenti nel volume a forma parallelepipedo. Gli stessi connettivi verticali portano ai due blocchi ovoidali delle degenze concepiti come volumi con struttura radiale. La forma curva, abbinata alla presenza di facciate vetrate e di corti centrali alberate verso cui è stata inserita la distribuzione orizzontale, hanno permesso la realizzazione di percorsi circolari, aperti al pubblico, che fossero interamente visibili dalle zone presidiate dal personale interno. Aspetto fondamentale era realizzare fronti “invisibili”, trasparenti e senza riflessi, per i quali si è utilizzata una facciata a curtain wall priva di montanti strutturali, con telai costituiti da traversi superiori e inferiori in profili estrusi di alluminio anodizzato fissati direttamente alle solette e vetri, curvi o piani in base allo sviluppo della pianta.

 

 

Scheda progetto
Progettista: Rafael de La-Hoz
Committente: Community of Madrid (Madrilenian Public Health Service. Department of Health, Autonomous Community of Madrid)
Construction period: 2010 - 2013
Built surface: 94.705 mq
Localizzazione: Mòstoles, Madrid, Spain
Collaboratori: F. Arévalo, H. Berenguer, M. Maiza, J. Ordás, C. Fernández, E. Sánchez, G. Robles, J. Gómez, I. Jaso (design architects); M. Maíza, Jacobo Ordás, G. Robles y J. Gómez (basic project); M. Maíza, S. Burguer, H. Berenguer, J. Ordás, G. Robles, J. Gómez, P. German, L. Díaz, F. de la Fuente, N. Jaso, S. Castellanos, J. Gómez, C. Salinas (execution project)
Coordinamento lavori: Miguel Maíza, Jacobo Ordás
Grafica: Luis Muñoz, Daniel Roris
Modellini: Víctor Coronel y Fernando Mont
Progetto del paesaggio: Habitum
Ingegneria delle strutture e degli impianti: GHESA Ingeniería y Tecnología, S.A.
Area di urbanizzazione: 90.000 mq
Area totale fuori terra: 69.782 mq
Area totale sotto terra: 24.923 mq
Area totale costruita: 94.705 mq
Impresa principale: O.H.L. (Obrascón Huarte Laín)
Photos: Duccio Malagamba, Liesa Johannssen, Alfonso Quiroga

Arketipo 116, Sicurezza, dicembre 2017