Analisi – Economia di manutenzione, facilità di posa, resistenza e tecnologia sono gli altri fattori che determinano la qualità di marmi e pietre

Il marmo e le altre pietre di pregio si utilizzano da millenni nell'architettura, oltre che in campo artistico e funerario, dove hanno dimostrato caratteri di durata e resistenza assai elevati, senza però superare completamente il pregiudizio secondo cui sarebbero cari, qualificandosi addirittura come materiali di lusso. L'assunto poteva essere valido quando lo sviluppo della tecnologia non aveva creato l'industria lapidea, incrementando le rese, automatizzando ogni tipo di produzione, compresa quella artistica.

Oggi, la competitività del lapideo è fuori discussione, con un ventaglio di prezzi in grado di soddisfare sia le esigenze del progettista più qualificato, sia quelle del piccolo consumatore che vuole garantirsi un pavimento di lunga durata e di buon effetto decorativo a un prezzo abbordabile. La competitività esprime un concetto complesso: sarebbe sbagliato ridurla a una semplice differenza di prezzo e tradurla in una cifra. Al contrario, il prezzo è soltanto una variabile sia pure importante che concorre alla sua determinazione, ma nella maggior parte dei casi non è più decisivo. Soprattutto nell'edilizia contemporanea che guarda con giustificato interesse a fattori come l'economia di manutenzione e di posa, ai caratteri tecnologici essenziali e, più generalmente, alla capacità di sfidare la prova del tempo.

Non è un caso che nei grandi rivestimenti esterni, la pietra abbia sempre goduto una preferenza consolidata, perché resiste alle intemperie e alle escursioni termiche, tanto più che gli spessori possono essere programmati secondo le necessità e le normative locali, molto variabili. Considerazioni analoghe valgono per la funeraria, dove la competitività è davvero consolidata, tanto da essersi trasferita nella tradizione e in una sostanziale esclusiva.
In ogni caso, competere significa agire: non è mai stato possibile vivere di rendita, e oggi sarebbe assurdo soltanto pensarlo.

La competitività presume l'aggiornamento e l'investimento, sia nell'ambito produttivo sia in quello della comunicazione promozionale, perché non tutti, nemmeno a livello di progettazione, conoscono in modo esauriente i caratteri di marmi e pietre e devono essere tempestivamente informati. Soprattutto, la competizione deve essere “fair”. Le bugie hanno le gambe corte, com'è accaduto a certi materiali concorrenti e alla loro pubblicità ingannevole, che d'altra parte il prodotto lapideo non sarebbe in grado di proporre significativamente, perché originale, spontaneo, e sempre in grado di esprimere alla luce del sole i suoi fattori di successo.