Negli ultimi anni, alcune costruzioni realizzate ad alta quota sono state esempi di sperimentazione architettonica e tecnologica. È stato interessante seguire questo differenziarsi delle forme e dei materiali rispetto a quanto siamo canonicamente abituati ad associare alle zone di montagna, all’arco alpino in particolare. Il progetto per il MMM Corones, che completa il circuito museale Messner Mountain Museum composto da sei sedi, è stata un’ulteriore occasione di confronto con un sito d’alta quota: Plan de Corones, tra Val Badia, Valdaora e Val Pusteria, si trova a 2.275 m di altitudine sul livello del mare. Il progetto è stato affidato a Zaha Hadid Architects che, oltre alla sua ben nota sperimentazione di forme ardite, ha già avuto modo di affrontare il tema della costruzione in zone di montagna (il trampolino sul Monte Bergisel e le stazioni della funicolare di Innsbruck) e quello della realizzazione di musei. L’allestimento espositivo del MMM Corones ripercorre l’evoluzione dell’alpinismo moderno, i miglioramenti delle attrezzature, i trionfi e le tragedie che hanno accompagnato questo confronto tra l’uomo e le più famose montagne del mondo. La location è meravigliosa: da Plan de Corones lo sguardo spazia dalle Dolomiti di Linz a est all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a sud e alle cime dello Zillertal a nord. Gli obiettivi del progetto sono stati sostanzialmente due: da un lato creare un percorso interno che potesse generare un forte senso di legame con la montagna stessa (quasi una sorta di trasposizione interna della scenografia montana), dall’altro, permettere ai visitatori di godere dell’eccezionale palcoscenico naturale circostante. Il museo ha uno sviluppo prevalentemente sotterraneo, articolato su tre livelli: i visitatori, varcato l’ingresso, si immergono nella roccia, scendendo all’interno della montagna attraverso un sistema di scalinate a cascata che sono sapientemente enfatizzate da tagli di luce incassati nella pelle di calcestruzzo.
Al centro del museo c’è una superficie espositiva centrale che offre spazi adeguati per mostre temporanee a tema e presentazioni, mentre per eventuali proiezioni è disponibile una piccola sala cinematografica con una ventina di posti a sedere. Durante il cammino, il visitatore entra in tre gallerie che si proiettano fuori dal terreno (sul lato opposto all’ingresso) e presentano, in testata, grandi finestre panoramiche che permettono alla luce naturale di penetrare dentro il museo: al livello più basso è possibile accedere a una terrazza esterna che sporge circa 6 m dal fianco della montagna e dalla quale si gode di un incredibile panorama a 240°, dalle Alpi dello Zillertal all’Ortles fino alle Dolomiti. Nonostante i circa 1.000 mq di superficie disponibile, solo una minima parte di essi ha richiesto la costruzione di volumi fuori terra, riducendo quindi l’impronta e l’impatto visivo della struttura rispetto all’ambiente naturale in cui sorge. Il materiale di scavo movimentato durante la costruzione è stato di circa 4.000 metri cubi ma è stato poi riposizionato sopra e attorno al fabbricato. Il rivestimento dell’edificio, sia all’esterno che all’interno, è realizzato con pannelli di calcestruzzo fibrorinforzato: le intrinseche proprietà del calcestruzzo (e in particolare del suo accoppiamento con le fibre) consentono di realizzare praticamente tutte le forme immaginabili e con spessori contenuti, rispondendo al desiderio progettuale di una interpretazione assolutamente libera dei volumi e delle superfici geometriche. Inoltre, tra i vari materiali da costruzione, il calcestruzzo è quello che meglio si relaziona con il tema della “roccia” anche per la sua colorazione naturale: i pannelli esterni, che hanno un colore chiaro, simile ai picchi frastagliati delle vicine Dolomiti, ripiegano senza soluzione di continuità verso l’interno del museo, dove il colore diventa più lucido e scuro, come l’antracite che si può trovare scavando in profondità.
La scelta delle strategie da adottare per garantire un’elevata efficienza energetica (il museo è certificato CasaClima classe A) è stata guidata dalle peculiarità del sito: l’altitudine sul livello del mare (e le conseguenti condizioni climatiche e meteorologiche d’utilizzo), la raggiungibilità del sito, soprattutto nel periodo invernale, e la fonte energetica più idonea. Dopo aver considerato tutte le opzioni possibili, si è scelto di utilizzare l’energia elettrica: in Alto Adige l’elettricità è prodotta in gran parte da energie rinnovabili mediante centrali idroelettriche e, con un ridotto fabbisogno per il riscaldamento, i consumi di corrente elettrica sono comunque contenuti. Per contenere il fabbisogno energetico, i progettisti si sono concentrati sulle prestazioni dell’involucro e dell’impianto di riscaldamento: la struttura è completamente avvolta da un cappotto termico di spessore 18/24 cm (24 cm di EPS per la parte fuori terra, 18 cm di XPS per la parte interrata) e le finestre hanno un triplo vetro bassoemissivo (con un valore Ug 0,6 W/mqK, un fattore solare del 48% e una trasmittanza media delle finestre di circa 0,89 W/mqk); il riscaldamento avviene con pannelli radianti a pavimento ad acqua (superfici radianti a bassa temperatura) ed è affiancato da un impianto di ventilazione con recupero di calore. Inoltre, la soluzione costruttiva sotterranea collabora a garantire una temperatura interna costante durante tutto l’anno, fornendo un’ottimizzazione in termini di efficienza energetica. Ogni sfida è stata vinta e ora quest’opera è un valore aggiunto per tutti i comuni dell’area del Plan de Corones e, più in generale, per l’Alto Adige: un polo culturale e tematico in grado di portare un grande aumento di visibilità e notorietà. L’obiettivo della Committenza, Skirama Plan de Corones, era proprio quello di mantenere il sito interessante sia d’inverno che d’estate, attraendo i visitatori non solo con le bellezze paesaggistiche, ma anche con le emozioni garantite da due protagonisti d’eccezione, Reinhold Messner per l’alpinismo tradizionale, Zaha Hadid per l’architettura contemporanea.
STRUTTURA AD ALTA QUOTA
Le forme organiche e sinuose occorrenti per omogeneizzare il museo con l’ambiente montano di alta quota sono state ottenute con l’inclinazione di muri e solai in modo da assecondare la morfologia del terreno circostante. Queste scelte progettuali hanno comportato sfide impegnative, non soltanto dal punto di vista strutturale, ma anche dal punto di vista realizzativo e cantieristico: il sito di progetto è, infatti, esposto a sollecitazioni atmosferiche di intensità enormemente maggiore rispetto al fondo valle. L’ossatura della struttura è composta da calcestruzzo armato con classe di resistenza C30/37 gettato in loco che fa da base all’orditura metallica per il montaggio degli elementi di rivestimento sia interni che esterni. I solai superiori sono dimensionati per resistere al carico permanente dato da uno spessore di 7 metri di terriccio e pietrame che ricopre il volume costruito. Per alleggerire il peso proprio delle strutture orizzontali sono stati usati elementi cavi di polietilene ad alta densità (o di polipropilene) inseriti in una speciale gabbia di rete elettrosaldata con il vantaggio di poter ridurre sensibilmente il numero di trasporti per il calcestruzzo; vantaggio non da poco visto che le betoniere impiegano circa 2 ore per arrivare dallo stabilimento al cantiere sulla cima del Plan de Corones. La logistica del cantiere e le attività di messa in opera sono state, ovviamente, rese difficoltose dalla particolare localizzazione, a partire dalla consegna dei materiali: l’accesso principale, costituito da una strada forestale lunga circa 15 chilometri, non è agibile in inverno e quando piove, andando quindi ad influire pesantemente sul cronoprogramma della costruzione che ha dovuto includere una sorta di “letargo” invernale.
RIVESTIMENTO A FORMA
Gli elementi di rivestimento interni ed esterni rappresentano la componente più complicata dell’intero progetto. L’impiego di software 3D e la condivisione di tutti i dati fra progettisti e produttori hanno reso possibile raggiungere i livelli di precisione desiderati. Le forme complesse dei pannelli sono state realizzate ricavando le casseforme da enormi blocchi di polistirolo con frese a controllo numerico CNC. In questi stampi, con procedimenti multistrato (stendendo alternativamente i diversi componenti) sono stati realizzati i singoli pannelli di calcestruzzo con armatura in tessuto di fibra di carbonio e reticoli di alluminio che risultano essere estremamente snelli pur con un’elevata stabilità costruttiva. Le superfici a vista sono di una qualità estetica che sarebbe impossibile raggiungere utilizzando procedimenti di tipo tradizionale. Dato che la precisione in fase di assemblaggio era indispensabile per raggiungere l’effetto visivo delle fughe che linearmente vanno a formare un reticolo (effetto che sarebbe stato compromesso da un eventuale sfasamento) in fase progettuale sono stati previsti margini per potere adattare le carpenterie di supporto e, quindi, compensare eventuali imprecisioni geometriche dei singoli pannelli o della struttura sottostante. L’intera logistica di montaggio dei pannelli é stata organizzata “just in time” dato che i pannelli, specialmente quelli interni, avrebbero subito deterioramenti nelle superfici a vista se fossero stati esposti a pioggia e neve. In fase progettuale i pannelli sono stati raggruppati secondo la loro geometria, definendo alcune tipologie che si ripetono. Considerando che lo studio di progettazione ha maturato una certa esperienza nel modellare le forme adeguandole ai costi di produzione e che le superfici non erano così ampie, non sono state fatte molte iterazioni per ottimizzare la geometria della costruzione: in queste valutazioni tecnicoeconomiche bisogna, infatti, bilanciare il potenziale risparmio ricavabile con l’ottimizzazione con il costo necessario per studiare l’ottimizzazione stessa.
Scheda progetto
Progettista: Zaha Hadid Architects - Zaha Hadid and Patrik Schumacher
Committente: Skirama Kronplatz / Plan de Corones
Superficie lorda: 1.000 mq
Altezza sul livello del mare: 2.275 m
Periodo di costruzione: June 2013 - July 2015
Costo (privately funded): 3 million euro
Locallizzazione: Plan de Corones (BZ), Italy
Gruppo di progetto: Cornelius Schlotthauer (Project Architect), Peter Irmscher
Gruppo esecutivo: Peter Irmscher, Markus Planteu, Claudia Wulf
Ingegneria strutturale, direzione lavori, progettista locale: IPM - Markus Pescollderungg
Ingegneria meccanica e anticendio: Jud & Partner
Ingegneria elettrica: Studio GM
Progetto illuminotecnico: Zumtobel
Ventilazione: Weger Walter
Sanitari e termotecnica: Termotecnica Kastlunger
Acustica: Ie-acoustic
Geologia: Bodennah
Rilevamenti (Survey and digital map, UTM ): Oswald Reier
Construction management: Klammsteiner Ernst
Costruttore edile: Kargruber & Stoll
Struttura portante: Pichler Stahlbau
Specialisti facciata di calcestruzzo: B&T Bau & Technologie
Lavori di scavo: Brunner & Leiter
Impermeabilizzazioni: Graber Hermetique
Lattoneria: Kammerer Paul
Vetrate: Guardian Industries
Balaustre: Sunglass
Pittore e cartongessista: Moling Alberto
Porte interne: Rubner Türen
Falegname: Möbel Mareo
Arredatore d’interni: Appenbichler Raumausstattung
Opere da fabbro: E. Schäfer
Impianto elettrico: Elpo
Pavimentazioni: Bodenservice
Montascale: Kronlift
Luci: Zumtobel, ZG Lighting
Sottofondi: Bodenservice
Video: ZAK Multimedia
Time lapse: MOVI
Photos: Inexhibition.com, Hufton & Crow, Werner Huthmacher, Wisthaler Photography