Il progetto di Piazza Giovanni XXIII a Verbania parte dal riconoscimento degli elementi significativi e dalla loro valorizzazione per arrivare a una nuova definizione degli spazi. Una piazza, una concavità urbana fatta della stessa materia della montagna che sta alle sue spalle, la "beola", declinata in alcune delle sue numerose varianti: la lastra, il ciottolo, la ghiaia, la polvere. Una materia sobria, dura e durevole, ma anche otticamente cangiante, risplendente.
Un sito vocato ad unire, a mettere in dialogo il lago e la montagna, la costa e il borgo storico, il piano e lo scosceso. Una piccola ed umile chiesa e un grande, incombente edificio oggi "Casa circondariale", un vecchio giardino come quelli che si facevano un tempo, in "ghiaietto" o calcestre, qualche palmetta a ricordare che qui il clima è diverso, o così dovrebbe essere. E poi tanti tigli tagliati "alla umberta" ora robusti e scultorei come si trovano spesso sui lungolaghi e vicino le stazioni.
Un grande cammeo bianco e verde dalla classica forma ad ellisse, adagiata in un letto di calcestre grigio, direziona lo spazio in diagonale assecondando le proporzioni esistenti. Un aiuola, semplicemente, che è al contempo cordolo e panca a seconda dell'intersezione col suolo che scende dolcemente verso la chiesa di San Giuseppe. Poi un piccolo, calibrato mantello di pietra riorganizza il sagrato che sotto un velo di ordine geometrico derivato dalla ritmica essenziale della facciata della chiesa, sviluppa ventiquattro tagli differenti di beola grigia punteggiati da sei sottili inserti di pietra antracite lucidata.
Il recupero di un lungo gradino in pietra del vecchio ingresso della chiesa, appoggiato su un telaio in ferro, si trasforma in modo naturale in una panchina.
Con la stessa semplicità lungo il percorso perimetrale si incontrano altre e forse più comode sedute rivestite in legno.
Le parole del Papa buono diventano un lastricato speciale, purpureo, un altro e più nobile cammeo. Franco Duranti incide su ferro rosso, graffia e dipana un lungo cartiglio a spirale scritto dal famoso discorso della luna del 1962 di Giovanni XXIII. Il medaglione viene depositato con cura in un angolo di passaggio, quando tutto sembra concludersi. Sembra quasi che abbia la forma appiattita di un tronco d'albero tagliato che mostra al suo interno una lunga storia fatta del ripetersi di anelli concentrici sempre differenti.
Scheda progetto
cliente: Comune di Verbania
progetto architettonico: Da-a architetti: Elena Bertinotti, Anna Chiara Morandi, Paolo Citterio. Intervento artistico: Franco Duranti
coordinatore lavori: Coordinamento per la sicurezza: ing. Andrea Isoli
collaboratori: Massimo Banfi,Giulia Di Bernardo, Luca Labita, Lorenzo Alan Masotto,Stela Mullisi, Studio Ingegneria "Enzo Bertinotti"
impresa di costruzione: Impredil, Villadossola; Floricoltura Bianchini, Green Garden
impianto elettrico: Consulenza illuminotecnica: Agenzia Fariello
fornitori: Realizzazione panche: Coop. terre di Mezzo
fotografie: Paolo Minioni
tempi di progettazione: Incarico: aprile 2011, progetto definitivo, esecutivo, direzione lavori
tempi di realizzazione: Fine lavori: dicembre 2012
superficie costruita mq: 1800 mq
Scheda studio
Studio: Da-a architetti
Indirizzo: via monte generoso 5 / via stazione 2
Città: 21047 Saronno (VA) / 28802 Mergozzo (VB)
Telefono: +39 02 96704376 / +39 0323 80140
Fax: +39 02 96704376 / +39 0323 80140
e-mail: info@da-a.it
www: www.da-a.it
Elena Bertinotti, Anna Chiara Morandi, Paolo Citterio