Eleganza discreta e leggerezza sono le cifre identificative di questo complesso residenziale situato nel cuore di Milano. Un esempio di architettura moderna essenziale, che si fonde armoniosamente con il contesto urbano circostante, completando un lotto rimasto in sospeso per anni, grazie a soluzioni stratificate a secco. Progettato da studio Park Associati e gestito dalla Cooperativa Solidarnosc Navigli, l’edificio si trova nella zona dei Navigli, nelle vicinanze dei poli universitari NABA e Bocconi, e nasce da un concorso del 2014, con l’idea di essere una residenza per studenti e giovani professionisti. Questo target viene poi esteso a una comunità più ampia, dalle famiglie agli anziani, offrendo appartamenti con tagli degli alloggi variegati, dal monolocale al quadrilocale, progettati per garantire un’elevata qualità della vita. Il risultato è una residenza a fruizione diffusa, amalgamata da uno spazio verde che abbraccia tutte le ali dell’edificio, creando un ambiente accogliente e inclusivo per tutti. Il design di Pichi 12 si distingue per la sua eleganza essenziale, ispirata al modernismo dell’architettura residenziale milanese. I volumi puri, intonacati con tre sfumature di bianco a diversi gradi di riflessione, si fondono armoniosamente con i dettagli curati delle finestre rivestite in lamiera e gli sfondati dati dalle logge. Questa scelta estetica conferisce all’edificio un carattere distintivo senza risultare invadente. La corte verde, aperta sulla strada e sviluppata intorno a un grande acero, rappresenta il cuore pulsante del progetto, fungendo da punto di incontro tra la sfera privata e quella pubblica. Le facciate si compongono di forme semplici e geometriche, con logge incavate che creano un contrasto ritmico ma bilanciato tra pieni e vuoti, aperture e superfici cieche. Le parti scavate delle logge sono rivestite con un materiale ceramico che ricorda il klinker, un omaggio ai rivestimenti delle facciate milanesi degli anni ‘40 del secolo scorso. Il verde intenso delle logge aggiunge una nota colorata unica all’edificio, che si distingue dal bianco dei volumi principali, in armonia con la vegetazione presente nella corte interna, anch’esso un richiamo al giardino urbano milanese, visibile dall’esterno, ma privato.

La presenza di una corte verde, al centro dell’edificio, non solo contribuisce all’estetica complessiva, ma funge anche da filtro tra l’individualità dell’abitare e la vita pubblica della città. Oltre a offrire spazi abitativi di alta qualità, infatti, Pichi 12 si presenta come un’oasi urbana per la comunità di tutte le età, seguendo i principi del “Design for All” e garantendo accessibilità totale a tutti gli spazi comuni, gli appartamenti e il giardino. Il piano terra dell’edificio, infatti, è dedicato a locali per attività comuni e socializzazione, mentre la corte verde offre uno spazio aperto e accogliente per momenti di relax e incontro. La sua apertura sulla strada crea un ponte tra l’individualità dell’abitare e la collettività della vita urbana, promuovendo un senso di appartenenza e coesione tra i residenti. Uno degli elementi distintivi di Pichi 12 è il suo involucro leggero, che bilancia con maestria l’estetica essenziale con le prestazioni tecniche. I serramenti legno-alluminio sono stati abbinati a oscuranti impacchettabili che, quando chiusi, diventano praticamente invisibili, mantenendo così le linee di facciata pulite e ordinate. I parapetti a francesina, posizionati sul filo finito della facciata grazie a idonei sistemi di fissaggio invisibili dall’esterno e inseriti tra tamponamento perimetrale e cappotto, contribuiscono ulteriormente a questa sensazione di semplicità e trasparenza. La leggerezza dell’edificio non si limita solo all’aspetto esteriore, ma permea anche la sua struttura interna e le tecnologie utilizzate durante la costruzione.

Sviluppato su tre livelli, con un parcheggio multipiano interrato, Pichi 12 ha richiesto l’impiego di tecnologie di costruzione a secco e l’utilizzo di materiali leggeri e solidi, come il metallo, per garantire la massima efficienza e durabilità. La struttura è composta da pilastri e travi in acciaio completati da 4.000 m2 di solai in lamiera grecata con getto di completamento. Il metallo viene utilizzato anche per contornare le finestre e i bow-window angolari tramite pannelli sandwich in alluminio anodizzato, che variano il ritmo della facciata mantenendo però la stessa palette di colori della facciata intonacata. La scelta di un approccio struttura-rivestimento leggero e a secco è stata dettata dalla necessità di non sovraccaricare le strutture ipogee, anche in fase di approvvigionamento dei materiali, ma soprattutto di accelerare sia il processo progettuale che il cantiere, lavorando sui 3 piani di elevato, al di sopra del parcheggio realizzato tra il 2003 e il 2006 in attesa dell’intervento fuori terra. Data la cifra estetica minimalista, l’attenzione al dettaglio è evidente in tutto il progetto, così come la scelta di puntare sulla sostenibilità. I 30 appartamenti in classe energetica A sono dotati di riscaldamento a pavimento e split per il raffrescamento centralizzati per aumentarne l’efficienza, ma contabilizzati autonomamente. Impianti fotovoltaici, allarmi e sistemi domotici completano il sistema impiantistico per garantire un’esperienza abitativa moderna e confortevole. In conclusione, Pichi 12 rappresenta un esempio eccellente di architettura moderna che possa integrarsi armoniosamente nell’ambiente urbano, offrendo al contempo soluzioni innovative e sostenibili per le esigenze abitative contemporanee. La sua leggerezza, sia fisica che concettuale, lo rende un punto di riferimento nell’evoluzione dell’architettura residenziale: un esempio di architettura per la vita urbana moderna.

COSTRUZIONI A SECCO: ESSENZIALITÀ E LEGGEREZZA
La scelta di evitare soluzioni in opera per la struttura e i tamponamenti a blocchi tradizionali è stata dettata dalla necessità di non gravare eccessivamente sul parcheggio sottostante. Per questo motivo si è adottata una struttura in acciaio, completata da solai in lamiera grecata con getto collaborante, doppia lastra a pavimento per accelerare le fasi costruttive e aumentare il comfort acustico collaborando con l’abituale materassino anti-calpestio. Massetto radiante e parquet completano la partizione orizzontale all’estradosso, mentre all’intradosso la lamiera metallica viene rivestita da un controsoffitto isolato acusticamente e termicamente che ospita anche i condotti di areazione. Anche le partizioni e le chiusure verticali sono interamente realizzate a secco con doppia orditura e tre strati di lastre - di cui uno doppio all’interno - mentre all’esterno la finitura a intonaco su lastre in cemento rinforzato viene alternata a pannelli sandwich isolati e prefiniti in alluminio anodizzato. La gestione del foro finestra, trattato tramite monoblocco isolato in EPS e prefinito, è stata affidata a una soluzione progettata e installata direttamente dall’azienda produttrice, che ha personalizzato un suo prodotto a catalogo ad-hoc per questo progetto. La richiesta dei progettisti era stata quella di mantenere linee di facciata pulite, consentendo l’utilizzo di scuri e persiane di qualsiasi tipo, sia scorrevoli che a battente, garantendo al contempo massime prestazioni termiche e acustiche dell’involucro. La soluzione adottata è caratterizzata da spalle che fungono da “cassonetto” per l’accoglimento degli scuri impacchettabili ed è stata posata prima delle chiusure perimetrali a secco. Ciò è stato possibile grazie a una tecnologia autoportante che ha consentito anche il fissaggio degli scuri e del serramento, portando il peso di tutto il sistema mediante dei tubolari terra-cielo e delle sottostrutture in carpenteria. Una lamiera metallica completa l’imbotte dal punto di vista estetico, adattandosi alla cornice anodizzata e plissettata, mentre i serramenti, collocati a filo interno per enfatizzare il gioco d’ombre, sono completati da zanzariere, oltre alle già citate persiane e oscuranti. Questo approccio non convenzionale nella sequenza costruttiva, abilitato dalle tecnologie a secco, ha permesso di rispondere alla sfida delle tempistiche di cantiere, oltre a quella della leggerezza, permettendo di velocizzare le attività in cantiere e di ottenere valori elevati di isolamento, senza compromettere l’estetica originale del progetto.

Scheda progetto
Client: Consorzio Cooperative Lavoratori, Milano
Competition: 2014
Execution: 2023
Area: 2,080 mq (30 residential units)
Energy category: Classe A1
Founding partners: Filippo Pagliani, Michele Rossi
Project director: Alessandro Rossi
Project leader: Alberto Ficele
Architects: Sharon Ambrosio, Alexia Caccavella, Antonio Cinquegrana, Sofia Dalmasso, Andrea Dalpasso, Lorenzo Merloni, Andrea Riva, Cristina Tudela Molino, Marco Vitalini Visualizers: Antonio Cavallo, Mario Frusca, Stefano Venegoni
Graphic designer: Marinella Ferrari
Overall clerks of work: arch. Marinella Nidasio
Structures clerk of works: ing. Mauro Grossi
Construction company: Impresa edile Mariani
General contractor: Mariani srl
Preliminary and detailed design of structures, services and fire safety: General Planning srl Design and installation of modules and windows: Alpac srl
Photos: Francesca Iovene

Arketipo 173, Housing, Aprile 2024