Quando vi si passa davanti, l’edificio con il suo involucro argentato, composto da oltre 120.000 scaglie di alluminio, offre un colpo d’occhio liquido con riflessi che variano al variare della luce del giorno. Da oltre 15 anni Bohuon e Bertic lavorano insieme - con un team di collaboratori - alla costruzione di edifici residenziali e sportivi, molti dei quali sono connotati da un aspetto piuttosto freddo ed essenziale. Gli architetti impiegano sapientemente differenti materiali, combinando rivestimenti in vetro e metallo per attirare l’attenzione senza però apparire kitsch. Il loro stile, ci spiegano, è morbido e netto allo stesso tempo: “Ci piace la mono­cromia” aggiunge Bohuon, come d’altronde si evince anche nel caso del palazzetto dello sport del centro ricreativo di La Herdrie a Basse-Goulaine, che lo studio Bohuon Bertic Architectes ha completato nel 2022.

Il palazzetto dello sport che hanno progettato alla periferia di Nantes è caratterizzato da un involucro dalla forma insolita e dallo stile morbido, con un movimento curvo e continuo che collega copertura e facciate, evocando la carezza di un tessuto avvolgente.
Un concetto di continuità che emerge anche dall’assenza di un punto focale nella costruzione, dove non c’è un lato anteriore e un lato posteriore: l’edificio è progettato in modo tale che si possa guardare e vi si possa accedere da differenti lati. Con le grandi vetrate al piano terra, gli architetti hanno voluto aprire il palazzetto su uno dei lati longitudinali, per­mettendo così la vista sul campo di gara: un modo per mettere in comunicazione le emozioni dello sport giocato all’interno con la vita che si svolge all’esterno, creando un collegamento ideale tra l'edificio e l'ambiente circostante. A determinare l’omogeneità dell’ampia superficie della facciata sono le Scaglie in silver metallizzato. La loro superficie riflette il cielo e la luce diurna mutevole, così che l’edificio appare sempre diverso. Un trucco sem­plice, ma di grande effetto.

Il notevole involucro edilizio emerge dal nucleo dell'edificio: spogliatoi, locali tecnici e magazzini circondano il campo da gioco - un rettangolo in sé poco spettacolare e ordinario posto su un unico livello - creando un circuito di ambienti dagli angoli arrotondati che si estendono in diverse direzioni con un intrigante andamento serpeggiante. A causa delle diverse altezze - quella della copertura e quella della tettoia - era necessaria una facciata che potesse mediare tra loro con un fluido passaggio di scala e dei morbidi compluvi. L’architettura dell’involucro diventa così una sorpresa geometrica progettata con grande precisione.

Per una forma particolare c’è bisogno anche del mate­riale giusto. Si è così fatto ricorso ad alcune soluzioni realizzate su misura dal lattoniere e alle Scaglie PREFA 44×44 per facciate e coperture che sono state posate seguendo la tradizionale posa dell'ardesia, su compluvi, curve e bordi dell'involucro come una pelle unica e senza giunzioni. La ricerca di uniformità e un profondo legame fra tetto e facciata è stato uno dei motivi che hanno guidato la scelta verso i prodotti PREFA, che hanno permesso di ottenere una superficie caratterizzata da molteplici curve, ma dall'aspetto omogeneo. L’in­volucro di Scaglie è fissato a una sottostrut­tura in legno multistrato, montati su travi a traliccio, fissate a loro volta alla struttura principale mediante travi in acciaio. Così è stato possibile realizzare le superfici ricurve su ogni lato applicando lo stesso principio costruttivo, sebbene cambino gli angoli e i raggi. Il sistema per lo smaltimento dell’acqua piovana della facciata curva corre internamente lungo il bordo esterno inferiore.

Una superficie fine­mente arcuata e dalla forma emergente, ricoperta da oltre centomila scaglie di alluminio, ha costituito una grande sfida il lattoniere Olivier Collet e il suo team, il lavoro ideale. “Per me, come lattoniere, questo palazzetto dello sport ha rappresentato un progetto grandioso con le sue sfide di progettazione e di lavoro manuale.” Olivier Collet fa una breve pausa e poi continua a spiegarci che non è stata l’arcata concava del tetto a presentare delle difficoltà, bensì i cinque angoli arrotondati, che si restringono leg­germente verso l’alto terminando a cono. Collet lavora per la ditta ENGIE Axima. Con un team di sei professionisti è l’autore dell’involucro dell’edificio che crea una unica pelle continua. In sei mesi i lattonieri hanno completato il rivestimento, procedendo scaglia dopo scaglia e realizzando formati su misura nei punti in cui era necessario. La curvatura concava è stata realizzata dal team con scaglie standard. “Questo è uno dei punti di forza del marchio PREFA: la flessi­bilità”, aggiunge Collet. All’inizio lui e gli architetti di Bohuon Bertic Architectes hanno progettato la facciata anche con programmi 3D, con prototipi e modelli. Alla fine, però, è stato in cantiere che - grazie al know how dei suoi collaboratori e al lavoro manuale - il progetto ha preso forma.

Il risultato è una superficie continua e senza interru­zioni, che poggia su un tavolato composto da listelli di legno, precurvato e lavorato come lo scafo in legno di una nave, capace di offrire l’adeguato supporto a curvature complesse. Le scaglie sono state posate secondo le tradizionali tecniche dell’ardesia, che egli stesso - ci svela Collet - ha appreso negli anni della sua formazione presso Les Compagnons du Devoir. “Il tra­sferimento di know how di generazione in generazione è di estrema importanza per l’artigianato e quando poi si insegnano e si apprendono la teoria e la pratica in combinazione unendo il sapere mutuato da altre discipline, da qui nasce la forza di cambiare ed evolvere”.