Un progetto all’avanguardia, caratterizzato da altissimi standard qualitativi e sensibilità per la natura. L’architetto Enzo Eusebi ha firmato un progetto di oltre 7.000 metri quadri per la realizzazione del primo prosciuttificio ipogeo d’Italia. È situato nella zona industriale di Preci, nei pressi di Perugia, ai piedi di una collina della campagna umbra. L’opificio Salpi è stato costruito sulla base di un concept che reinterpreta in chiave contemporanea il layout della tipologia a blocchi, dove il piano terra dedicato a spazio produttivo si lega in modo armonioso alla superficie più ridotta del blocco direzionale, attraverso un sapiente utilizzo dei materiali. I volumi che ospitano il ciclo di lavorazione del prosciutto si trovano all’interno della struttura ipogea a C, coperta da un tetto verde che segue l’andamento naturale del pendio. Gli edifici direzionali sono collocati su pilotis all’interno dello spazio situato al centro della C.
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Una vasca di raccolta delle acque meteoriche è stata posizionata nella corte centrale, aperta verso valle, mentre il fronte principale dell’opificio è caratterizzato formalmente e architettonicamente dalla presenza del blocco direzionale. Per l’edificio produttivo, le parti fuori terra hanno una funzione “moltiplicatrice” della natura: tramite l’utilizzo di finiture a specchio, infatti, lo spazio circostante sarà riflesso aumentando le dimensioni, in modo illusorio, del paesaggio naturale.
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La sostenibilità del progetto, unita al benessere dei fruitori di tale struttura, è evidenziata negli asset di efficienza energetica e idrica, scelta dei materiali, gestione del sito di progetto, innovazione e qualità ambientale. L'adozione di pratiche sostenibili nella progettazione edilizia consente di conseguire benefici ambientali, economici e sociali con effetti positivi su tutti gli utenti dell'opificio, inclusi i proprietari e lavoratori. La regola che sottende tutto il progetto è la volontà di costruire un edificio che utilizzi tecniche costruttive che si associano al risparmio energetico e a forme di bioedilizia dalle quali scaturiscono le scelte formali. A tal proposito l’architetto Eusebi ha scelto di adottare la filosofia e gli standard costruttivi LEED, realizzando un progetto con criteri di sostenibilità ambientale in grado di minimizzare o eliminare del tutto gli impatti ambientali negativi, attraverso una scelta consapevole di pratiche progettuali, costruttive e di esercizio migliorative rispetto a quelle comunemente in uso.
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Particolare accortezza è stata adottata nella scelta della copertura a verde dello stabile, più di 7000 metri quadri di impermeabilizzazione naturale, realizzata per consentire vantaggi energetici ed economici su più fronti: maggiore isolamento termico sia estivo che invernale, riduzione dei picchi di deflusso idrico, riduzione dell’inquinamento sonoro, mitigazione del microclima, fissaggio delle polveri sottili e risparmio sui costi di risanamento della copertura. Inoltre, il manto che riprodurrà in parte il profilo collinare, sarà piantumato con un agrumeto a maglia regolare che beneficerà del calore residuo proveniente dall'impianto produttivo.
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Uno specifico sistema di gestione e stoccaggio delle acque meteoriche garantirà poi la riduzione della produzione di acque reflue e la richiesta di acque potabili. Infine, il nuovo opificio è dotato di 50 pannelli fotovoltaici e di 10 collettori solari per la produzione in sito di energie rinnovabili. Il connubio tra scelte progettuali e ricerca di canoni architettonici che uniscono il moderno al tradizionale unite a un forte orientamento alla sostenibilità hanno permesso di porre le basi per ottenere la Certificazione LEED.
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