Autore testo: Giuseppina Clausi
Nel caso di superfici intonacate che hanno subito l'attacco da parte di organismi vegetali, i metodi di intervento hanno delle caratteristiche specifiche che comprendono sia la pulitura della superficie sia interventi che impediscono, o per lo meno inibiscano, il ripresentarsi del fenomeno. I metodi, che variano a seconda del fenomeno di degrado in atto e delle caratteristiche del manufatto, possono essere distinti in metodi meccanici, fisici e chimici. I metodi meccanici prevedono appunto l'asportazione tramite mezzi meccanici degli organismi infestanti. Quando si tratti di microrganismi, licheni o muschi verranno impiegati raschietti, bisturi, spatole e simili, e le perazioni dovranno sempre essere eseguite da personale specializzato. Si noti che i muschi presentano un'aderenza al substrato molto blanda, e con questo procedimento si conseguono quindi degli ottimi risultati, nel caso invece di pellicole, patine o incrostazioni dovute a microrganismi o licheni, queste spesso penetrano nel substrato e quindi la rimozione totale non sempre è possibile, anche perchè si rischia di provocare abrasioni sulla superficie, per cui spesso si termina l'intervento con l'uso di metodi chimici. Nel caso di vegetazione arbustiva o arborea, e comunque quando si tratti di microflora, l'utilizzo di mezzi quali seghetti, forbici, falcetti e simili, deve essere limitato alla biomassa aerea, poichè l'intervento meccanico sulle radici può provocare lesioni alla superficie dell'intonaco o alla struttura stessa. I metodi fisici consistono prevalentemente nel trattamento delle superfici con radiazioni ultraviolette; queste risultano efficaci contro alcuni tipi di microflora, ma presentano una penetrazione solamente a livello superficiale e hanno la contoindicazione di provocare alterazioni cromatiche. Il metodo più largamente impiegato contro i biodeteriogeni è sicuramente l'utilizzo di composti chimici. Numerosi sono quelli presenti in commercio e vengono distinti non solo in base all'efficacia, ma anche alla tossicità e alle alterazioni con il substrato. L'efficacia viene valutata rispetto alla dose da utilizzare, che deve essere la più bassa possibile, allo spettro d'azione e alla persistenza nel tempo. La tossicità viene valutata rispetto ai rischi nei confronti dell'operatore e ai rischi di inquinamento ambientale, è stata quindi distinta dal Ministero della Sanità in quattro classi, per cui è consigliabile l'uso di prodotti regolarmente registrati che appartengono alla III o IV classe tossicologica. L'interazione chimica del prodotto col substrato deve essere nulla, e inoltre non devono essere presenti effetti secondari dovuti alla decomposizione del principio attivo o degli altri componenti, quindi i prodotti da utilizzare devono essere totalmente incolori, devono avere un PH neutro o vicino alla neutralità , e devono essere tali da non innescare reazioni chimiche che modifichino le caratteristiche della superficie. Le metodologie di applicazione dei prodotti, da diluirsi al momento dell'uso, possono essere diverse a seconda dei casi. Per trattare superfici estese, molto deteriorate o zone poco raggiungbili, si possono usare comuni spruzzatori, mentre per superfici più ridotte e non molto rovinate il biocida può essere applicato direttamente con l'aiuto di un pennello di setola morbida; in entrambi i c asi si procede dall'alto verso i basso mantenendosi in orizzontale. In caso di croste o patine la biomassa, per essere asportata, deve essere ammorbidita tramite un contatto prolungato con il prodotto, che sarà quindi applicato tramite impacchi con materiali idonei imbevuti, applicatisulla superficie e sigillati. Quando l'applicazione del biocida serve da coadiuvante ai metodi meccanici per l'eliminazione di resti e apparati radicali di piante arboree, l'applicazione avviene tramite iniezione nelle fessure o direttamente nel tronco, precedentemente tagliato e trapanato.
Fonte testo: R. Codello, Gli intonaci - Conoscenza e conservazione, Alinea Editrice s.r,l.,Firenze, 1996.
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