Tra i fattori più impattanti sulla contaminazione del suolo ci sono le attività industriali: il 3% dell’intero territorio italiano è occupato da aree industriali dismesse, quasi tutte con problemi di inquinamento. Senza tralasciare la ferita estetica e umana che questi ruderi lasciano in chi vive accanto o vi transita tutti i giorni. Rivalutare zone che raccontano il nostro passato è sempre più importante per cambiare il destino di aree abbandonate e ridimensionare l’impatto sull’ambiente. E, oltre a liberare le energie e a rendere migliori le persone che vi abitano, queste operazioni creano un indotto di occupazione e ricchezza non indifferente. Soprattutto se sono accostate a processi e modalità fortemente rispettose della sostenibilità ambientale.

Bellezza, sostenibilità e linfa culturale: sono le tre componenti che OGB STUDIO sta seguendo nel progetto di riqualificazione dell’ex linificio di Lodi. Lo studio di architetti specializzato in certificazioni ambientali per la sostenibilità cura, in questo caso anche la progettazione, insieme allo studio veneziano apml Architetti Pedron /La Tegola, mentre la realizzazione è affidata all’impresa di costruzioni Ricci spa.

Ormai qualsiasi progetto architettonico che sia ex novo o un recupero di importanti edifici viene presentato in chiave sostenibilità, ecco perché abbiamo chiesto agli architetti Laura Scrimieri e Riccardo Hopps, alla guida di OGB STUDIO di spiegarci nel dettaglio quali ne sono le caratteristiche di progettazione e realizzazione. “Non è più pensabile progettare un fabbricato che non rispetti i principi di sostenibilità, impatto ambientale, benessere delle persone: per questo stiamo portando avanti un’importante consulenza ambientale sia in qualità di progettisti che consulenti sulla sostenibilità. Fondamentale l’attenzione ai CAM ovvero i Criteri Ambientali Minimi e DNSH: Do No Significant Harm che gli interventi non rechino danni all’ambiente, requisiti dettati dalla tassonomia (la tassonomia è un sistema di classificazione europeo che stabilisce una lista delle attività economiche ritenute sostenibili per l’ambiente). La nostra analisi è iniziata dalla comparazione tra il progetto a base di gara e il progetto esecutivo, individuando soluzioni per migliorare significativamente tutti gli indici ambientali al fine di ridurre l’impatto ambientale dell’edificio. È importante sottolineare che i criteri CAM presentano regole più restrittive essendo dei requisiti obbligatori di gara che il 100% degli appalti pubblici devono rispettare. A differenza delle certificazioni che sono volontarie. Un esempio rilevante è l’obbligo che tutti i materiali utilizzati contengano una percentuale di riciclato e un basso contenuto di voc, composti organici volatili, assicurando così un impatto ambientale ridotto e un uso più efficiente delle risorse”.

Una volta terminati i lavori, previsti fino a marzo 2026, ci saranno: uffici, sala lettura, sala mostre temporanee e archivi al piano interrato; il piano rialzato ospiterà il Museo, l’auditorium, uffici e sala lettura, laboratori, sale mostre temporanee, un bar e il ristorante; il piano soppalcato ospiterà laboratori ludici. Proprio là dove un tempo 200 operai facevano turni di 11 ore (poi negli anni cinquanta erano 1.600) e oggi vi giace un rudere industriale dal 1967.
Sono oltre dieci anni che Lodi reclama questo recupero e l’ex linificio che sorge dal 1909 lungo i binari della Milano-Piacenza dovrà diventare un polo della cultura destinato a ospitare i beni artistici della città, le ceramiche storiche, gli oltre 300 quadri, fra cui molti Piazza, grande bottega del ‘500 Lombardo, e due Hayez, un locale per aggregare le persone e spazi per le conferenze.
All’inaugurazione sarà pronto il locale dell’Archivio con documenti antichi fino al 1300. Nei 50mila metri quadrati del complesso ci sono già Poste, liceo artistico, ufficio tecnico del Comune, Agenzia delle Entrate, Centro di formazione professionale, Cisl, cui si affiancherà lo Spazio polivalente.


Conclude Laura Scrimieri: “In concreto le nostre proposte si concentrano sulla scelta dei materiali, sui consumi in cantiere e sugli impianti, garantendo che ogni aspetto del progetto rispetti i più alti standard ambientali quindi la verifica di tutti i materiali e i prodotti; la redazione di un bilancio materico fino a fine vita e l’analisi LCA il Life Cycle Assessment: la metodologia che valuta l'impronta ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita. Inoltre il progetto studiato per garantire sostenibilità per 60 anni prevede uno studio dell’illuminazione naturale e artificiale per inserire delle ampie vetrate che rispettino anche i limiti della sovrintendenza. Già in fase di cantiere, c’è un’alta percentuale di sostenibilità dato che tutti i materiali impiegati hanno un basso contenuto di voc. Ad Aprile 2024 sono iniziati i lavori di ristrutturazione, con l’obiettivo del completamento entro Marzo 2026, anche questa fase deve rimanere allineata con i principi ambientali della corretta gestione delle attività di cantiere, monitorando e riducendo gli impatti, la produzione dei rifiuti, l’avvio a recupero e riciclo, oltre alla corretta applicazione di tutte le scelte progettuali”.