Il Centro di Alto Rendimento di Foz Côa (CAR) progettato dall’architetto portoghese Álvaro Fernandes Andrade, è un complesso sportivo, dagli standard olimpici, appositamente studiato per il canottaggio. È in Portogallo, in una delle valli più belle del mondo, la Douro Valley, e precisamente a Pocinho, un piccolo villaggio portoghese a circa 40 km a est della frontiera spagnola. Il lotto d’intervento si trova appena sopra alla diga e al piccolo porto fluviale ed è affiancato da innumerevoli terrazze di filari di vite. L’edificio, di 8.000 metri quadri, è completamente adagiato sul terreno e rispecchia il genius loci di questa storica regione, dove l’uomo ha saputo operare nel paesaggio mutandolo in un modo unico per le coltivazioni vinicole. La spettacolarità del progetto è frutto della reintepretazione delle caratteristiche costruttive tipiche della tradizione secolare della regione, eletta World Heritage Site. Il centro di canottaggio si adagia sul declivio come un serpente reinterpretando i muri a secco dei terrazzamenti che da secoli disegnano il paesaggio e le unità produttive vinicole tipicamente composte da volumi bianchi complessi e variegati disposti lungo le linee di livello dei pendii.

Il nuovo volume è diviso in tre zone, ciascuna con una specifica destinazione d’uso: la porzione più grande è l’accoglienza, con 130 posti letto divisi in 84 camere (con l’intenzione di estenderla a 220 posti distribuiti in 170 camere); la seconda è un’area sociale; la terza è quella destinata agli allenamenti. La zona dormitorio è la più estesa ma anche la meno impattante, essendo completamente integrata nel paesaggio. È costituita da corpi longitudinali seminterrati posti a diverse quote con copertura verde piana e un solo fronte esterno rivestito con pietra locale. A vista sembrano dei veri e propri terrazzamenti e non volumi costruiti: sono completamente irriconoscibili esternamente se non per la presenza di lucernari circolari sulle coperture piane e di piccole lame di vetro alla base dei fronti. Sopra e sotto il grande corpo del dormitorio, si ergono due cluster per le funzioni sociali e per il centro di canottaggio vero e proprio. La zona comune, a monte, ospita la caffetteria, il bar, il salotto, la biblioteca e l’auditorium; la zona allenamento, a valle, ospita la palestra, la piscina, la spa, gli uffici per i medici e gli allenatori e le zone servizi e spogliatoi. Queste funzioni, più dinamiche, sono rese visibili grazie a volumi fuori terra disposti lungo le linee di livello del pendio che richiamano le costruzioni bianche delle aziende vinicole preesistenti.

Assumendo un linguaggio e un’espressività propri, questi cluster emergono come i componenti più visibili dell’espressione architettonica del progetto, opponendosi alla “timidezza” delle terrazze del corpo del dormitorio. La ricerca meticolosa del progettista non si è fermata solo all’integrazione con il paesaggio e al richiamo alla storia e alla cultura locali, ma anche al soddisfacimento pieno delle specifiche esigenze spaziali e tecniche. Tutto è stato studiato perché chiunque usufruisca del centro non incontri barriere architettoniche. I corridoi e gli spazi di percorrenza permettono sempre il passaggio di una sedia a rotelle, così come tutte le stanze che, nonostante le ridotte dimensioni, possono ospitare portatori di handicap grazie a una semplice e rapida modifica nei bagni. Questo permette l’integrazione degli atleti disabili all’interno delle squadre senza una loro specifica area dedicata: una sfida che è stata vinta nell’ottica di una sostenibilità anche sociale. Particolare cura è stata posta, poi, nella ricerca e applicazione delle strategie passive. L’intero sistema costruttivo, sia le facciate e i tetti ventilati a doppio isolamento, che il sistema di “costruzione a secco”, assolve alla volontà di sviluppo sostenibile, consentendo, tra l’altro, alla fine del ciclo di vita dei materiali, una rimozione selettiva con la successiva possibilità di riciclarli. Il Centro di Alto Rendimento di Foz Côa non è solo rispettoso del paesaggio, “verde”, accessibile, “inclusivo” e sostenibile: è vera architettura a servizio dell’uomo e dell’ambiente.

STRATEGIE PASSIVE A FAVORE DELLA ZONA DORMITORIO
La forza del progetto non è solo l’incredibile capacità di inserirsi nel contesto, ma anche l’abilità di sfruttarne i vincoli per impostare un complesso innovativo e tecnologicamente all’avanguardia. L’abilità progettuale ha permesso, infatti, la definizione di strategie passive per il risparmio energetico: tetti verdi per migliorare l’isolamento e l’inerzia termica. oltre all’integrazione visiva; lucernari zenitali per far entrare la luce solare diretta di giorno e per vedere le stelle di notte; vetrate a nastro ai piedi dei terrazzamenti per una vista panoramica dalle camere evitando l’abbagliamento; pareti di calcestruzzo a vista per accumulare il calore del sole che entra direttamente dai lucernari, oltre a richiamare l’idea di terra come guscio protettivo; rivestimento di alcune facciate esterne in pietra locale a spacco per migliorarne l’inerzia termica sia invernale che estiva, oltre che l’integrazione con il contesto. Le zone dormitorio, ovvero quelle con attività fisica meno intensa e con maggiori tempi di permanenza delle persone, riducono la loro superficie disperdente verso l’esterno e si rintanano nella terra. I tetti verdi rafforzano la simbologia, ma anche l’isolamento e l’inerzia termica. L’apparente casualità delle forme garantisce che tutte le stanze abbiano vetrate esposte direttamente a sud con un irraggiamento solare diretto d’inverno e un corretto ombreggiamento d’estate. Le camere sono regolari, distribuite lungo corridoi articolati secondo le curve di livello del terreno e illuminati da luce naturale grazie a lame vetrate poste all’intersezione tra le sporgenze di scisto e le coperture piane verdi.

BIANCHI VOLUMI SFACCETTATI
La complessità del progetto si palesa nelle molteplici superfici di calcestruzzo bianco che si intersecano tra loro a formare i lunghi serpentoni che compongono le zone comuni a monte e a valle del declivio. La loro presenza si impone forte sul paesaggio grazie all’irregolarità dei volumi e alla loro omogeneità cromatica e materica. Le funzioni comuni e l’area relax sono poste nella zona più alta per godere della vista migliore, la zona per l’allenamento è, invece, più vicina al fiume. Entrambi i corpi sono costituiti da volumi lunghi e stretti adagiati sul terreno e caratterizzati dalla ridondanza delle superfici angolate bianche cristalline che, come fossero origami, disegnano “zigzag” che terminano a ovest con una forma a U. Le uniche porzioni permeabili dei volumi sono l’ingresso al complesso, che avviene da un tunnel a monte, e le grandi vetrate orientate a sud-ovest, che costituiscono le testa dei volumi adagiati sul pendio e permettono viste spettacolari, ma anche la captazione massima della luce solare diretta. Le due ali bianche dei volumi comuni che delimitano il lotto a monte e a valle sono collegate da un corpo scale lungo il lato ovest che, con la medesima impronta architettonica, si arrampica sul pendio collegando tutti gli ambienti alle zone dormitorio. Le forme irregolari dominano anche negli interni, dove le linee spezzate creano spazi minimalisti e puri ma dinamici e mai monotoni. Tutto è movimento a eccezione delle camere, dove la quiete di forme regolari infonde tranquillità per il riposo. I collegamenti sono costituiti da scale e rampe sia interne che esterne, ma sempre nascoste da muri di contenimento e coperte.

Scheda progetto
Progettista: spacialAR-TE - Álvaro Fernandes Andrade
Committente: Municipalità di Vila Nova de Foz Côa
Area costruita: 8,000 mq (future expansion 11,500 mq)
Periodo di costruzione: 2007 - under construction
Localizzazione: Pocinho, Vila Nova De Foz Côa, Portugal
Process Manager: mpt - Paula Teles
Ingegneria strutturale e impianti idrici: Loftspace Projectos - Machado dos Santos
Impianti elettrici: Manuel Simões Engenharia - Costa Simões
Impianti meccanici: Mecflui Engenharia - José Rocha
Progettazione della sicurezza: Manuel Simões Engenharia - Costa Simões
Architettura del paesaggio: spacialAR-TE and Loftspace Projectos
Impresa: Manuel Vieira & Irmãos
Supervisione durante i lavori: Loftspace Projectos - Mariana Costa, Rui Silva, Luís Teixiera
Photos: Fernando Guerra

Arketipo 101, Ricettivo, aprile 2016