Mark Hadden

Nella Biennale di Architettura di Venezia del 2014, e in particolare nella sezione “Elements of architecture” al padiglione centrale, Rem Koolhaas ci poneva provocatoriamente di fronte all’omogeneizzazione dei linguaggi architettonici conseguente a un modello di sviluppo basato sul primato della tecnologia e sull’illusione che con essa tutto sia controllabile artificialmente. Nel suo significato più profondo, il concetto di sostenibilità rimette in discussione questo approccio, stimolando, invece, un dialogo più serrato e rispettoso con il contesto climatico e sociale - con implicazioni evidentemente più profonde rispetto alla sola efficienza energetica. La Sandal Magna Community Primary School a Wakefield (West Yorkshire), che sostituisce un precedente edificio scolastico di età vittoriana, potrebbe essere ben definita un’architettura empatica. Pur essendo decisamente contemporaneo nell’approccio educativo, nella funzionalità e nella qualità ambientale, il complesso nasce, infatti, da un sistematico confronto con il contesto, sia fisico (un quartiere di tipiche case a schiera inglesi), sia sociale (tramite il coinvolgimento della comunità locale). Questa risonanza con il contesto e l’attenzione per i temi della sostenibilità sono ancora più importanti, perché l’edificio stesso si propone come uno strumento educativo, secondo il principio per cui gli allievi non imparano soltanto in aula, ma anche tramite l’interazione informale con l’ambiente circostante. In questo caso specifico, la direzione dell’istituto intendeva introdurre la sostenibilità nel curriculum formativo, integrandola in diversi aspetti dell’esperienza educativa: dall’uso cosciente dell’energia al contatto con l’ambiente esterno, al consumo di cibi salutari, fino allo sviluppo della socialità degli allievi. Il complesso, progettato per 210 allievi fra 5 e 11 anni, utilizza la metafora del villaggio per abbattere le barriere fra istituzione e comunità locale: i volumi sono quindi articolati in tre blocchi lineari, orientati a formare spazi aperti e strade che promuovono gli incontri e le attività comuni. Disposte su un unico livello, le tre ali hanno un profilo a falda che richiama evidentemente le terraced houses circostanti, mentre il campanile centrale, in corrispondenza della grande sala aperta anche alle attività del quartiere, è un omaggio al passato industriale della città.

L’ingresso alla scuola è collocato in corrispondenza della cerniera fra i due corpi che contengono gli uffici amministrativi e la citata sala polifunzionale, oltre agli spazi per il riposo degli studenti più giovani. Il terzo volume, funzionalmente più autonomo, ospita invece le aule vere e proprie, tutte affacciate sul giardino e illuminate da nord, anche tramite un lucernario, per evitare il surriscaldamento estivo. Gli ambienti sono progettati per favorire diversi modelli didattici, tramite alcune pareti mobili che permettono di riconfigurare gli spazi, mentre gli stessi spazi connettivi, illuminati dall’alto, possono essere utilizzati per attività di gruppo. In questo edificio, anche i materiali sono utilizzati come espediente didattico: il legno, i mattoni e le lastre di fibrocemento corrugato sono sempre lasciati a vista e nel loro stato naturale. Le tessiture risultanti permettono agli studenti di ritrovare molti dei materiali domestici della loro esperienza passata, mentre, al tempo stesso, l’assenza di finiture aggiunte permette di rispettare il budget e di attivare strategie di controllo ambientale come l’inerzia termica. Il risultato è un complesso scolastico costruito come un collage, in cui le forme, le tessiture di facciata e il calore dei materiali impiegati attivano una speciale risonanza con il contesto. L’abilità di Sarah Wigglesworth Architects sta nel bilanciamento fra un linguaggio familiare e la contemporaneità senza compromessi dello schema funzionale e delle prestazioni, dal momento che la Sandal Magna Community Primary School risulta uno degli edifici scolastici più carbon-efficient del Regno Unito.

VENTILAZIONE E INERZIA TERMICA
Il progetto della Sandal Magna Community Primary School si fonda su un concetto di “climatizzazione spontanea” che mira a ottenere il comfort ambientale interno con un minimo impiego di energia esterna ai confini dell’edificio. Questo concetto, basato sulle proprietà intrinseche passive (forma, orientamento, qualità dell’involucro ecc.), limita l’impiego della tecnologia e rende quindi l’edificio particolarmente robusto nel tempo. I corpi dell’edificio, a pianta stretta per favorire l’illuminazione naturale e la ventilazione passante, sono orientati con asse maggiore est-ovest; le aule affacciano verso nord per ridurre il rischio di surriscaldamento. All’interno, i mattoni dei muri portanti restano a vista anche per fornire stabilità termica agli ambienti, grazie alla loro capacità termica. Questi muri massicci diventano porosi in sommità, grazie a una disposizione alternata dei mattoni: si stabilisce così un collegamento tra le aule e le torri di ventilazione, che funzionano grazie all’effetto camino e alla pressione del vento. L’aria fresca esterna entra nelle aule da prese collocate a nord sotto le finestre, con un possibile postriscaldamento tramite una serpentina ad acqua. Ogni torre di ventilazione serve due aule e si trova sopra il blocco wc condiviso; una partizione verticale evita il mescolamento dell’aria e il passaggio di rumore fra aule diverse.

EDUCAZIONE E SOSTENIBILITÀ
La sezione trasversale attiva e rende architettonicamente leggibile il funzionamento passivo degli edifici. Il progetto include però altri aspetti che contribuiscono a educare alla sostenibilità come prassi quotidiana. In primo luogo, in accordo con gli ingegneri di Max Fordham, gli impianti che innervano l’edificio - in particolare le aule - sono lasciati a vista e progettati come un elemento quasi organico: gli allievi possono così seguire con lo sguardo il percorso dell’energia elettrica o dell’acqua piovana, che scorre dentro tubi trasparenti diretta verso le cassette dei wc. Gli indispensabili elementi di supporto alla vita dell’edificio si rivelano quindi in una sorta di diagramma che la fantasia degli studenti è libera di interpretare (i progettisti parlano di “edera impiantistica”), e che è coerente con la scelta di lasciare a vista i materiali da costruzione. L’acqua calda per il riscaldamento e gli usi sanitari è prodotta da pompe di calore che scambiano energia con il suolo tramite 12 sonde geotermiche da 100 m di profondità; l’energia per il funzionamento delle pompe e per la circolazione dell’acqua proviene in buona parte da 90 mq di pannelli fotovoltaici collocati sopra il tetto della sala polifunzionale. Per i solai di copertura si è scelto di usare pannelli di legno a strati incrociati (CLT) per la bassa energia incorporata, la rapidità di messa in opera e la facilità di modellazione in forme complesse. L’unione con i muri portanti di mattoni ha richiesto lo sviluppo di connessioni innovative.

Scheda progetto
Progetto: Sarah Wigglesworth Architects
Committenza: Wakefield Council  e NPS Group
Superficie: 1,740 mq
Costi: 7 milioni di euro
Photos: Mark Hadden

Arketipo 91, Energia, marzo 2015