A seguito di un concorso internazionale di progettazione, gli studi John Wardle Architects e NADAAA hanno ricevuto l’incarico congiunto per progettare la nuova sede della Melbourne School of Design dell’Università di Melbourne. L’edificio, ubicato nel campus di Parkville, prende il posto di una oramai obsoleta e non più funzionale costruzione del dopoguerra. Grazie a molte interessanti variabili, quali la posizione, la volontà della committenza e l’intesa creativa sui temi di progetto dei due studi incaricati, l’edificio è diventato un punto di riferimento non solo per gli studenti della facoltà, ma per tutto il campus univeritario e per la comunità in senso più ampio. L’università di Melbourne richiedeva un edificio che fosse capace di favorire le interazioni tra studenti, in modo che potessero incontrarsi e lavorare in gruppo all’interno della scuola. John Wardle (JWA) e Nader Tehrani (NADAAA) hanno risposto a questa necessità integrandola con la volontà di far diventare la scuola punto di riferimento per il contesto. Un altro dei temi di progetto condivisi tra gli studi di progettazione e la committenza è stata l’idea che l’edificio stesso potesse diventare “pedagogia costruita”, ovvero luogo dove vivere e apprendere in un ambiente di studio e confronto. Il processo di progettazione ha coinvolto incontri periodici informativi, workshop e presentazioni con vari gruppi di utenti della facoltà, comitati universitari e comitati di riferimento che hanno potuto confrontarsi con i progettisti e seguire lo sviluppo del cantiere. Composto di 6 livelli (seminterrato più cinque piani fuori terra), l’edificio contiene sale conferenze, laboratori, biblioteca, due spazi espositivi, caffetteria, aule didattiche e spazi studio sui tre livelli superiori e una grande hall centrale per il lavoro in gruppo. Al piano terreno è affidato, architettonicamente e funzionalmente, il compito di permettere alla comunità e al campus di relazionarsi con la scuola.

L’elemento più importante è il percorso, che, raccordando diverse quote, attraversa tutto il corpo dell’edificio. Con una pavimentazione di pietra grigia, che rimanda al lastricato delle strade pubbliche, unisce l’accesso ovest, accanto alla facciata dell’edificio preesistente (conservata a memoria storica), con l’accesso est, che si apre verso il campus universitario a una quota leggermente inferiore. Entrambe le aperture delle facciate, est e ovest, lavorano su macro scala con ampie vetrate, per indurre gli utenti a interagire attraverso l’edificio e a lasciarsi coinvolgere nel fermento di questo particolare atrio pubblico. Lungo la “strada” del piano terra si aprono poi le funzioni fruibili da diverse utenze: due spazi per esposizioni, la caffetteria e l’accesso alla biblioteca. A questo livello, molte delle risorse della scuola e le nuove funzioni a servizio della facoltà sono volutamente in mostra, la galleria, la biblioteca e il Fab Lab, ma non accessibili direttamente. Nel piano seminterrato, si sviluppa una parte della biblioteca, con alcune sale riunione e la sala delle collezioni con particolari travi a Y di calcestruzzo armato a vista; quest’ultima è collegata al piano superiore attraverso un lucernario che porta anche luce all’interno. Un ingresso esterno, affacciato sulla corte del campus, permette l’accesso alle sale conferenza; una seconda scala, collegata con l’interno del piano terra, e un doppio foyer garantiscono la fruibilità delle sale sia da parte della facoltà che da parte di un pubblico esterno, senza interferenza di flussi. Al primo piano si trova il vero cuore dell’edificio: il grande atrio centrale, su cui si affacciano gli spazi didattici dei quattro livelli, concepito come uno spazio flessibile, che possa essere usato in tutti i momenti della giornata. Il pavimento, arredato con sedute a divano e grandi tavoli, è di legno e definisce chiaramente, grazie al cambio di materiale, l’area informale, rispetto ai percorsi perimetrali. Pannelli mobili a bilico centrale, sempre di legno, permettono di dilatare ulteriormente lo spazio, inglobando alcune sale studio adiacenti. Il vuoto centrale è attraversato per tutta la sua altezza da un grande volume rivestito con pannelli di legno microforato e appeso alle travi del soffitto-lucernario.

All’interno di questo elemento, che sembra protendersi sino a sfiorare il pavimento, sono contenute sale studio, collegate ai ballatoi di alcuni dei livelli intermedi. Il senso di dinamicità e movimento che rimanda all’attività all’interno della scuola è suggerito dalla sfaccettatura delle superfici di questo grande volume su cui cade una morbida luce zenitale. Il legno diventa un elemento riconoscibile su tutti i livelli: gli ampi ballatoi che si affacciano sul grande vuoto centrale sono attrezzati con arredi di legno dedicati allo studio comune e al lavoro di gruppo e il sistema delle scale di risalita, con una forma a Y, è rivestito internamente in legno per dare continuità ai percorsi di collegamento tra i diversi piani. In questo edificio l’aspetto che colpisce maggiormente è la coerenza tra l’idea di progetto e la forma architettonica, specialmente negli spazi interni. La volontà di generare un ambiente dinamico, che favorisca le relazioni interpersonali, è perseguito con una pianificazione funzionale molto chiara e semplice tramite la relazione visiva tra le attività diverse. Questo desiderio si traduce in una forma distributiva altrettanto semplice: i percorsi - ballatoi, le scale, gli spazi comuni che si affacciano l’uno sull’altro creando ambiti spaziali differenti ma sempre integrati. Il permanere, in tutti gli ambienti, di questa possibilità di interscambio, è il frutto di una progettazione rigorosa, capace di dare soluzioni semplici a problemi complessi, senza mai perdere di vista gli obiettivi prefissati.

IL LEGNO: MATERIALE FLESSIBILE CHE CARATTERIZZA LA HALL
La struttura portante della copertura è composta da travi di legno microlamellare (LVL) lunghe circa 22 m, con sezioni e sagome variabili. Le travi scaricano il loro peso su una struttura reticolare metallica, che circonda il vuoto della hall, in appoggio su travi e pilastri di calcestruzzo armato che sostengono i livelli inferiori. Le travi sono rivestite con pannelli di legno, che ne uniformano l’aspetto agli altri elementi di legno del volume appeso, parte del sistema copertura. I lucernari, che permettono alla luce di penetrare nella hall, hanno una struttura metallica appoggiata puntualmente alle travi di LVL; la pendenza per il deflusso delle acque è data direttamente dalle travi di legno. L’irregolarità della sezione delle travi trova ragione strutturale anche nelle sale studio a esse appese, con le quali formano una “simbiosi” statica. La scelta di utilizzare il legno microlamellare è stata dettata dalla volontà dei progettisti di utilizzare un materiale naturale in modo tecnicamente innovativo: LVL, grazie all’uso di elementi più piccoli rispetto al lamellare, ha migliori risultati nell’ottimizzazione dell’uso del materiale; possono essere utilizzate essenze meno pregiate o a rapido accrescimento, pur garantendo grandi luci. La dimensione delle travi ha anche rappresentato una sfida nella cantierizzazione del progetto: le travi sono state trasportate intere, durante la notte (per non interferire con il traffico cittadino), sui bilici appositi dalla fabbrica al cantiere. Strutture in pannelli di legno, interposte perpendicolarmente alle travi principali, costruiscono una sorta di cassettonatura del soffitto. Questi elementi, dalla sagoma sfaccettata e irregolare, impediscono alla luce di entrare direttamente; le superfici inclinate e il materiale stesso con cui sono costruiti riflettono e ammorbidiscono la luce zenitale, garantendo un’illuminazione omogenea e accogliente. Questi elementi mimetizzano e rendono dinamico il soffitto, del quale diventa difficile leggere la struttura portante.

VOLUME SOSPESO
Le sale studio, appese alla copertura, attraversano dinamicamente il grande spazio della hall centrale. Il volume, posto al centro proprio per l’importanza concettuale della funzione, si protende dal livello 1 alla copertura. Il materiale che definisce le sale studio, sia internamente che esternamente, è nuovamente il legno. I pannelli rivestono la struttura con una trama a triangoli inclinati in direzioni diverse, dando una sfaccettata irregolarità alle superfici; essendo microforati, con una densità sempre maggiore, scendendo verso la parte bassa del volume, la texture delle superfici aumenta il senso di movimento e rende più leggera la percezione della massa. La struttura portante delle sale studio è composta da tiranti di acciaio, irrigiditi da controventi; a essi sono agganciati i diversi solai, composti da travi di acciaio. Staticamente è proprio il volume delle sale studio ad aver determinato la forma irregolare delle travi di copertura. Gli elementi di tamponamento sono composti da diversi layer, secondo le esigenze delle sale studio. Procedendo dall’esterno verso l’interno, generalmente la stratigrafia è composta dal rivestimento di legno microforato, un pannello acustico resistente al fuoco, una lastra di cartongesso, fibra fonoassorbente e una finitura interna in lastre di cartongesso o legno. l sistemi di ventilazione, illuminazione e riscaldamento si trovano racchiusi all’interno dell’intercapedine tra il pacchetto di rivestimento interno e quello esterno. Lungo la superficie perimetrale, ampie vetrate mettono in comunicazione visiva la grande hall con le sale studio. Ai diversi livelli si trovano gli accessi alle sale, che non comunicano tra di loro all’interno.

Scheda progetto
Progettista: John Wardle Architects and NADAAA
Design coordinator: Stefan Mee (JWA), Arthur Chang (NADAAA)
Committente: University of Melbourne
Periodo di costruzione: 2013 - 2014
Gross area: 15,772 mq
Localizzazione: Melbourne, Australia
Design coordinator: Stefan Mee (JWA), Arthur Chang (NADAAA)
Project manager: Stephen Georgalas (JWA), John Chow (NADAAA)
Senior associate: Meaghan Dwyer (JWA)
Gruppo di progetto: JWA – B. Krotiris, A. Wong, J. Williamson, A. Kolsrud, A. Peck, B. Hayes, J. Arnold, A. Moore, J. Loder, S. Crabb, Y. Abhayaratne, R.Wilkie, B. Sheridan, G. Marfella, K. Wilson, E. Zanella, A. Bonaventura, G. Griffiths, M. Barraclough, M. Browne, M. Bauer, A. Grant; NADAAA – K. Faulkner, D.Gallagher, J. Juricevich, P. MacDowell, M. Guerra Pastrián, T. Wong, R. Murphy, R. Lee, K.Lee, E. Lee
Progetto impianti meccanici ed elettrici: Aurecon Group
Progetto strutturale: Irwinconsult
Progetto paesaggio: Oculus
Periodo di costruzione: 2013 - 2014
Superficie lorda costruita: 15,772 mq
Impresa principale: Brookfield Multiplex
Photos: Peter Bennetts, Roland Halbe, John Horner

Arketipo 105, Materiali Naturali, settembre 2016