L’edificio, trasformato su progetto dello studio francese Atelier Du Pont, è situato alla periferia orientale di Parigi, nel XX arrondissement. Il corpo in linea è parte di un più ampio intervento residenziale unitario, costruito nel secondo dopoguerra a completamento di un isolato urbano del quartiere di Saint-Blaise. Il complesso residenziale è costituito da stecche e torri disposte su una piastra in calcestruzzo armato, rialzata rispetto alla quota della città. I principali accessi agli edifici avvengono dal livello della piastra, uno spazio praticabile raccordato in due punti alla quota della città: Square Vitruve. La trasformazione dell’area ha inizio nel 2010, in previsione dell’arrivo nelle immediate vicinanze della nuova tramvia, che cinge la città di Parigi correndo lungo i Boulevards des Maréchaux, parallelamente al Boulevard Peripherique. L’arrivo dell’infrastruttura ha accompagnato la realizzazione del “Grand Projet de Renouvellement Urbain du quartier Saint- Blaise” (19 ettari, 15.000 abitanti, uno dei quartieri più densi d’Europa) di cui l’edificio fa parte. La riqualificazione dell’area ha previsto la riapertura alla città di questo angolo dimenticato di Parigi, tramite la demolizione (nel 2012) di un edificio in linea gemello di quello trasformato, l’introduzione di un attraversamento viabilistico (rue des Balkans) e la riqualificazione di una corte aperta prospicente.

Il corpo in linea, affacciato sul grande spazio aperto sopraelevato interno all’isolato, è composto da 56 alloggi sociali di proprietà di France Habitation, una delle principali imprese di edilizia sociale in Francia. La riqualificazione delle facciate e del sistema degli accessi, avviate nel 2012, segue un precedente intervento di manutenzione degli spazi interni, avvenuto tra il 2010 e il 2011. La facciata, in origine, era caratterizzata da finestre a nastro alternate a fasce intonacate. Non erano state previste logge o balconi per gli alloggi, le testate laterali erano lasciate cieche. Al momento dell’avvio del progetto le condizioni manutentive evidenziavano un marcato deterioramento, particolarmente grave per la tenuta dell’involucro esterno. Le tecnologie costruttive adottate, gli spessori e le stratigrafie degli involucri, erano soggetti a elevate dispersioni termiche. La struttura portante in cemento armato, viceversa, risultava solida, giustificando la scelta di operare sull’esistente, anziché attuare una sostituzione edilizia. Tale scelta è andata inoltre nella direzione di preservare il tessuto sociale in un quartiere in piena mutazione: gli alloggi possono infatti continuare a essere abitati per tutta la durata del cantiere, evitando dinamiche di ricollocazione temporanea o in pianta stabile degli abitanti. Obiettivi della trasformazione, completata nel 2013, sono il miglioramento del comportamento energetico, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi fissati dal “Plan Climat de la Ville de Paris” e il cambio di immagine del fabbricato, volto a lasciare un segno riconoscibile dell’intervento di riqualificazione. L’interesse del progetto sta nell’aver associato il conseguimento di obiettivi prestazionali, connessi al comportamento termico dell’involucro, e nell’aver risposto a sollecitazioni di natura estetica, conferendo all’edificio un’identità completamente rinnovata, con soluzioni architettoniche e tecniche capaci di introdurre nuove opportunità spaziali volte a migliorare le condizioni abitative. La risposta architettonica converge verso una scelta di ampio respiro che, tenendo conto dell’orientamento e delle ombre proiettate dalle torri circostanti, ha optato non solo per rivestire e isolare termicamente la facciata esistente, ma anche per estenderne lo spessore a formare una doppia pelle, nella parte più esposta al sole, modificando radicalmente la configurazione e l’aspetto esterno dell’edificio.

I balconi continui, profondi circa un metro e venti centimetri, completano gli alloggi esistenti dotandoli di uno spazio privato all’aperto, assente nel progetto iniziale, su tutti e quattro i livelli fuori terra. Lo spessore della facciata suggerisce inoltre, allo stesso tempo, nuovi modi d’uso per gli abitanti. Fa accezione l’attacco a terra che rimane completamente libero da aggiunte o elementi di appoggio, ma protetto dalla struttura sovrastante. L’introduzione di una regola compositiva basata sull’individuazione di un modulo e sull’alternanza pieno-vuoto, ottenuta posizionando le persiane fisse in alluminio, conferisce una forte identità alla costruzione, andando a disegnare una scacchiera che filtra la luce lungo il prospetto in corrispondenza del filo esterno dei balconi continui. L’originario prevalere delle linee orizzontali della facciata e dei suoi serramenti a nastro viene così contrastato dal nuovo rivestimento e ritmato dalle persiane fisse in alluminio. Le trame sovrapposte dei materiali, orizzontali e verticali, contribuiscono inoltre a far reagire la facciata in maniera diversa alla luce nel corso del giorno.
Il nuovo volume metallico mostra così la propria articolazione: la fascia dell’attacco a terra resta su un piano arretrato, protetta e libera da elementi aggiunti. I tre piani intermedi sono caratterizzati da un ritmo modulare e da una quota di interpiano regolare. Il coronamento, infine, simula un aumento dell’interpiano che va a raccordare il nuovo telaio con l’estradosso della struttura di sostegno della nuova facciata posta in copertura, conferendo maggiore verticalità e leggerezza all’intervento. Il volume aggiunto, infine, non si limita a lavorare sullo spessore della facciata principale ma coinvolge anche parte della testa cieca e del piano di copertura, in modo tale da proteggere dal sole anche i balconi dell’ultimo livello. Questa particolare soluzione compositiva dell’angolo e del coronamento conferisce maggiore profondità e tridimensionalità all’intero volume.

LA FACCIATA COME TELAIO APPESO
La nuova facciata è stata concepita per essere montata a secco, considerata l’impossibilità di collocare mezzi pesanti sulla piastra su cui insiste l’edificio e vista la necessità di garantire un rapido avanzamento delle lavorazioni, così da ridurre quanto più possibile l’impatto del cantiere sulla vita dei residenti. I balconi continui sono realizzati in carpenteria metallica e sono sorretti tramite un telaio in acciaio appeso a partire dalla copertura. Ciò consente di non gravare staticamente sui solai dell’edifico, permettendo inoltre di lasciare completamente libera da ingombri la fascia dell’attacco a terra e le zone di ingresso. Il nuovo telaio è appeso a una serie di travi di acciaio che sbalzano dalla sommità dell’edificio perpendicolarmente all’andamento della facciata. Le travi, a loro volta, sono ancorate a blocchi di calcestruzzo poggiati sulla copertura in corrispondenza dei setti portanti. I materiali impiegati sono stati selezionati in relazione al peso, per evitare carichi eccessivi. Per questa ragione, le pavimentazioni dei balconi sono realizzate in lamiera, fissata a una struttura sottostante di acciaio. Il piano esterno della facciata è percorso da un parapetto continuo a bacchette verticali, sormontato a ritmo alternato da un elemento frangisole ad alette orizzontali che conferisce un maggior senso di protezione ai balconi. Come si evince dalle sezioni di dettaglio, l’involucro esistente non viene rimosso ma rivestito da uno strato di isolante termico e rifinito esternamente con una lamiera metallica ondulata sui toni del beige. L’orientamento verticale delle nervature, combinato con la lucentezza del materiale di rivestimento, contribuisce con il proprio chiaroscuro a far vibrare la facciata. L’unico intervento rilevante sulla muratura perimetrale riguarda il taglio della porzione corrispondente all’introduzione delle portefinestre che consentono di mettere in comunicazione gli alloggi esistenti con i nuovi spazi esterni. I serramenti a nastro sono interamente sostituiti senza invece alternarne la posizione originaria. La copertura, infine, viene isolata termicamente e protetta dalle radiazioni solari anche grazie all’introduzione di un tetto verde.

Scheda progetto
Architetti: Atelier Du Pont (Anne-C.cile Comar, Philippe Croisier)
Project managers: Luc Pinsard, Francois Kharrat
Località: Square Vitruve, 75020 Paris (France)
Committente: France Habitation
Area: 3,285 mq
Costo: 1,800,000 euro pre-tax
Azienda di riqualificazione urbana: Semaest
Strutture: EVP
Controllo costi: RPO
Sostenibilità: Plan02
Scopo di progetto: Imponente progetto di recupero con l’edificio ancora in uso pertinente la facciata di un edificio di edilizia popolare con balcony annessi
Società di sviluppo urbano: Semaest
Photos: Luc Boegly

Arketipo 131, Recupero, settembre 2019