Alla richiesta di Iren di creare una cortina verde per mimetizzare i serbatoi, l’architetto Pia restituisce un ambiente per la città, a servizio dell’azienda e dei cittadini. Si crea così una nuova forma di territorio urbano, integrato nel quartiere, a metà tra edificio e natura. Come qualcuno l’ha già definito un intervento di “archinatura”, uno degli esempi più riusciti di connessione tra paesaggio e ambiente costruito. La soluzione contribuisce non solo alla sostenibilità energetico-ambientale ma anche alla mitigazione dell’isola di calore urbano e all’assorbimento delle acque meteoriche. Gli alberi, gli arbusti e le varie piante presenti (tra cui 391 alberi e grandi arbusti, 647 essenze rampicanti/ricadenti, 6.542 essenze tappezzanti per terre armate, 9.255 essenze tappezzanti per sottobosco fioriere, e 4.400 essenze arbustive) creano un ambiente unico che favorisce un microclima speciale. Queste piante producono umidità e ossigeno, assorbono CO2 e polveri sottili, riducono la riflessione del 70% e abbassano la temperatura durante l’estate. Il teleriscaldamento trasporta il calore dalle centrali cogenerative direttamente agli utenti, riducendo le emissioni grazie alla produzione efficiente da una singola fonte. Iren ha implementato sistemi di accumulo del calore per garantire una copertura efficace delle richieste termiche, migliorando l’efficienza e riuscendo a ottimizzare la produzione senza sovradimensionare le centrali, aumentando la flessibilità del servizio. L’impianto di San Salvario è costituito da tre serbatoi di acqua surriscaldata, ognuno con una capacità di circa 833 mc, per un totale di 2.500 mc. Il suo obiettivo principale è migliorare la distribuzione del calore nelle abitazioni del quartiere.
L’intervento ha quindi permesso di estenderne la portata a una volumetria aggiuntiva di 2,5 milioni di mc, contribuendo a un risparmio annuo di 8.000 t di CO2 grazie all’efficienza migliorata della cogenerazione. I grandi serbatoi, che hanno un diametro esterno di 7,6 m e un’altezza di 24 m, immagazzinano e distribuiscono calore sotto forma di acqua surriscaldata, operando a una pressione di esercizio compresa tra 12 e 16 bar. Tutti gli elementi dell’impianto, inclusi sistemi, apparecchiature e componenti, sono controllati e monitorati a distanza per garantire il funzionamento ottimale anche in situazioni di emergenza, riducendo la necessità di intervento diretto degli operatori. Il sistema gestisce automaticamente le condizioni operative in base alle necessità della rete. I terrazzi tecnici ai vari livelli circondano i tre serbatoi di accumulo e sono utilizzati simultaneamente per la coltivazione e la semina, con una scansione circa ogni 3 metri di altezza. La struttura portante dell’impianto di teleriscaldamento è completamente indipendente dal resto della struttura: anche le scale, che servono per eseguire i controlli e le manutenzioni, hanno una struttura indipendente e presentano delle cerniere in corrispondenza delle soglie per aderire dinamicamente ai serbatoi. Le due strutture, infatti, si muovono in modi diversi, anche in relazione alle temperature delle diverse stagioni dell’anno. L’intervento non si limita solo agli aspetti tecnologici, ma ha anche una forte componente didattica, divulgativa e di sostenibilità ambientale. Sono infatti presenti spazi per incontri, attività ludico-didattiche, rivolte a tutte le fasce d’età e aree di coltivazione in quota per la produzione locale di ortaggi e frutta, sostenendo un approccio a chilometro zero e promuovendo un esempio di microproduzione sostenibile.
L’accesso facilitato tramite ascensori, montacarichi e ampie scale permette una gestione sicura e una manutenzione agevole degli spazi verdi. Nel complesso, l’organizzazione del progetto rappresenta un esempio di buone pratiche ambientali e di sviluppo territoriale, contribuendo a creare un paesaggio urbano integrato e sostenibile. La presenza dei giardini pensili ai diversi livelli, il sistema di foliazione degli alberi e la traspirazione delle piante contribuiscono efficacemente a ridurre l’effetto isola di calore urbano. Questi giardini pensili, con uno spesso strato di coltura, assorbono le acque meteoriche durante le forti piogge e rilasciano lentamente l’acqua in eccesso. Questa “centrale tecnologica” non è solo funzionale ma è diventata uno spazio urbano condiviso, che promuove una maggiore attenzione al territorio e migliora la qualità della vita. Un percorso immerso nel verde, che inizia dal livello stradale e si estende fino alla sommità della struttura a 23 metri d’altezza, consente di visitare integralmente il centro in un ambiente naturalistico. Il progetto “The Heat Garden” rappresenta un’innovativa sinergia tra natura e architettura, diventando quindi un esempio concreto di come l’integrazione di elementi naturali nell’ambiente costruito possa portare a soluzioni innovative e sostenibili per le sfide ambientali delle città contemporanee.
CONNESSIONI E PERCORSI NEL VERDE
Camminando tra le fronde e salendo i gradini in corten non si può non pensare al progetto 25verde, sempre di Luciano Pia, anche se qui le 20mila essenze e alberi si integrano non con delle residenze ma con un impianto tecnologico. La struttura, alta circa 28 metri, è una sorta di collina in città, costituita da un intricato sistema di scale e passerelle che si sviluppa intorno ai grandi serbatoi del teleriscaldamento e li avvolge in un percorso di connessione tra ambienti, natura e spazi per la collettività. Lo studio e l’introduzione di una vasta biodiversità consente di avere sei diverse fioriture durante l’anno. Il progetto della centrale di accumulo Iren, si configura come un’abile alternanza di piattaforme a diverse altezze ed elementi di connessione, dove lungo i lati verticali si sviluppano piante rampicanti, ricadenti e tappezzanti. Si crea quindi un ambiente verde tridimensionale, nel quale i grandi e piccoli pianerottoli e passerelle diventano la sede di enormi contenitori di terreno in corten, dove le piante crescono e si ancorano tra le listelle di acciaio intrecciate, sfruttando l’aria esterna per formare un ampio sistema di vasi d’aria.
Scheda progetto
Location: via Lugaro, Turin
Client: Iren Energia
Design start: 2017
End of work: 2023
Cost: 12.000.000 €
Number of trees: 391
Project and Art direction: arch. Luciano Pia - Torino
Agronomic consultant: Linee verdi - Chiara Otella e Stefania Naretto, Torino
Structural design and clerk of works: prof. ing. Marco Pietrangeli, Integra - Roma
Services and energy design and clerk of works: ing. Enrico Clara, Iren Energia - Torino
Contractor for building works: CMP International srl
Contractor for accumulation tanks: SIMIC spa
Industrial works contractor: PARESA spa
Landscape consultants: Stefania Naretto, Chiara Bruno Otella (Dottoresse agronome - LineeVerdi)
General Contractor: Integra srl (Roma) e CMP International srl (Martinsicuro - Te)
Green areas: Peverelli srl (Fino Mornasco - Co)
Photos: Beppe Giardino