Un taglio orizzontale nella verde campagna scozzese, in mezzo a terreni agricoli utilizzati per la coltivazione dell’orzo. Il tappeto erboso che si alza e diventa copertura: superiormente un andamento ondulato, come a formare cinque rilievi tondeggianti, inferiormente un perimetro vetrato che lascia intravedere impianti moderni e antichi allo stesso tempo. Il nuovo edificio della distilleria Macallan, sulla riva occidentale del fiume Spey, in Scozia, si può descrivere così, come fosse qualcosa di semplice, quasi spuntato spontaneamente dal territorio che lo ospita. Invece, dietro a un risultato integrato nel contesto (il complesso è situato in un’“area di grande valore paesaggistico”) e, allo stesso tempo, sorprendente, ci sono una fase di programmazione e un lavoro di costruzione tutt’altro che indifferenti, anzi, con elementi di complessità veramente notevoli. Nella tenuta di Easter Elchies (di 158 ettari) la distilleria è presente dal 1824 e il Macallan è uno dei whisky single malt più ammirati e premiati al mondo. Con questo progetto, oltre ad avere la possibilità di aumentare di un terzo la capacità produttiva (con un’impostazione che consentirebbe un’ulteriore espansione negli anni a venire), è stato costruito un visitor centre che potesse accogliere i visitatori e illustrare loro i processi di produzione. L’accesso avviene tramite un collegamento che parte da Easter Elchies House, una tipica casa padronale delle Highlands: il percorso è ribassato rispetto al piano campagna e rivestito in pietra naturale. Si entra in corrispondenza dell’area espositiva che illustra i periodi storici del brand prima di passare attraverso una sequenza di spazi che mostrano le fasi di produzione del whisky.

Le quattro zone a pianta aperta sono disposte in linea e si leggono esternamente in quanto coincidono con le ondulazioni del tetto: le cupole hanno forme così uniformi da essere chiaramente artificiali e ingegnerizzate. Il centro visitatori, localizzato sotto il primo picco (il più alto), funziona come una reception per la distilleria ed è visivamente collegato a essa, separato solo da una facciata vetrata alta circa 10 m: una scelta vincente nella lettura degli spazi interni che però ha richiesto un’analisi accurata della vetrata che deve funzionare come una linea di compartimentazione antincendio per 120 minuti. Tale prestazione, ottenuta anche mediante l’uso di un sistema a pioggia per lo spegnimento del fuoco, è stata dimostrata per mezzo di una prova d’incendio su un prototipo in scala reale. I locali di produzione ospitano, in configurazione circolare, impianti per l’ammostatura, la fermentazione e la distillazione. L’architettura e le attrezzature, come ad esempio gli alambicchi, sono inseparabili nello sviluppo del progetto: è la disposizione circolare dei recipienti di fermentazione e di distillazione che direttamente ha ispirato e caratterizzato la forma e le dimensioni del fabbricato. Lungo il retro, contro il terreno, corre una strada di servizio affiancata da una serie di serbatoi. La maturazione in botti, un momento fondamentale, diventa protagonista nella esclusiva cantina al centro dello spazio per i visitatori (denominata Cave Privée): si tratta di un volume a doppia altezza (una sorta di torre, un “broch” in scozzese) con botti di whisky collocate tutte attorno. Dentro tale ambiente, studiato in modo da assicurare le stesse condizioni di maturazione di un magazzino tradizionale, è posta una piattaforma di osservazione vetrata, a pianta circolare. La copertura è posizionata più in alto rispetto alle pareti di contenimento in calcestruzzo, tanto che sul retro può fungere da parapetto sopra la zona serbatoi e poi scendere fin quasi a incontrare il terreno. Internamente la struttura di legno forma una scenografia magnifica: le travi plasmano un soffitto ondulato a cassettoni che, grazie alla sua modularità e ripetitività, dà un ritmo ai percorsi interni e alla disposizione di arredi e attrezzature.

Come il legno delle botti è essenziale per dare carattere al sapore del whisky, così il legno di una siffatta copertura è essenziale per dare carattere all’intero edificio. Il tetto è sostenuto da un telaio in tubolari di acciaio: le travi di acciaio sono fondamentali nel modello statico eppure risultano poco visibili, anche grazie alla complanarità con le travi di legno e al loro rivestimento in microlamellare che nasconde i giunti. Più d’impatto sono i pilastri che, tuttavia, per la loro notevole inclinazione, sembrano seguire le onde della copertura e contribuiscono alla realizzazione di tagli visivi di sicuro effetto. Dal punto di vista della sostenibilità, come fonte di energia primaria per la distillazione viene impiegato il vapore generato da un vicino impianto a biomassa. Inoltre, il calore di scarto del processo produttivo viene catturato con uno scambiatore di calore per fornire acqua calda per il centro visitatori e per il riscaldamento a pavimento. I materiali naturali adottati nella costruzione della distilleria, in primis il legno e il prato verde in sommità, e il disegno organico dell’edificio evocano l’ambiente circostante e gli ingredienti base del distillato: quest’opera celebra il processo di produzione del whisky e il paesaggio che l’ha creato. Non solo: l’architettura è riuscita a originare un viaggio suggestivo per il visitatore che lo attraversa e un ambiente stimolante per le maestranze che lo vivono.

STRUTTURA
Le dimensioni dell’edificio in pianta sono di circa 63x207 m. La prima fase di costruzione ha interessato gli interventi di scavo e movimentazione terra, seguiti dalle opere di impermeabilizzazione e di messa in opera delle strutture in calcestruzzo (con spessori di circa 300 mm per le pareti, alte fino a 12 m, e di circa 200 mm per le solette). Un’attenzione particolare ha meritato il drenaggio delle solette inferiori che ha richiesto scavi profondi: l’obiettivo era l’allontanamento delle acque meteoriche ma anche quello di eventuali perdite durante le fasi di produzione. Per cercare di ridurre al minimo la necessità di irrigatori sprinkler, si è dovuto dimostrare di poter evacuare fino a 12.000 l di alcool versato in meno di 2 minuti. Il tetto inizia a un’altezza di gronda di circa 3 m, sopra il perimetro vetrato, mentre la cima delle cupole è a circa 18 m (quella del centro visitatori arriva a circa 27 m). La struttura portante in legno (certificata PEFC) è costituita da 1.800 travi prodotte curve e poi lavorate per adeguarle alla forma richiesta (utilizzando macchine CNC). Le sezioni sono alte 750 mm e larghe 160 mm e sono rivestite con pannelli di LVL (laminated lumber veneer) di spessore 20 mm su entrambi i lati. Il rivestimento scende oltre l’intradosso del legno lamellare andando a formare inferiormente una specie di canale. L’intera struttura è montata su un telaio in acciaio, che a sua volta poggia sulla soletta in calcestruzzo. Per ogni modulo, 4 pilastri a sezione doppia (disposti a V) sostengono un ottagono sui cui segmenti sono predisposti piatti di collegamento alle travi di legno. Sugli ottagoni sono impostate le orditure delle coperture emergenti mentre gli avvallamenti sono strutturalmente appesi tra le cupole. Il peso dei manufatti di acciaio è pari a circa 700 tonnellate.

FACCIATE VETRATE
L’intera lunghezza dei prospetti est e sud è costituita da doppi vetri a tutta altezza. La facciata è composta da pannelli di vetro di sicurezza laminato termicamente rinforzato di 59 mm di spessore (specchiature di circa 3 m di larghezza per 3,5-4,5 m di altezza) ed è connessa a montanti verticali a tutta altezza a triplo strato di vetro (spessore 33 mm) che mantengono un’ottima visuale interna verso il paesaggio circostante. L’interfaccia tra la facciata vetrata principale e la copertura soprastante è un nodo chiave infatti incorpora un dettaglio che consente un movimento flessibile, in grado di adattarsi alla gamma di movimenti verticali e laterali della struttura. I calcoli hanno evidenziato che sono possibili una freccia di 60 mm verso il basso e una freccia di 38 mm verso l’esterno: si è dovuto garantire che la vetrata potesse accettare un analogo livello di movimento. La soluzione si è trovata in un giunto inferiore che facesse da perno, in modo che la facciata venga ruotata alla base, in modo non percettibile, per poter seguire il movimento laterale e tutto ciò mantenendo inalterate le prestazioni termiche e di resistenza agli agenti atmosferici richiesti all’involucro termico. L’elemento vetrato più sorprendente della distilleria è senza dubbio la terrazza panoramica in vetro curvo alto 3 m nella sala delle botti (Cave Privée): è stato prodotto utilizzando doppi vetri temprati da 41 mm, sia dritti che curvi. Le unità sono state poi montate in canali d’acciaio in testa e alla base, e fissate direttamente alle lastre di cemento.

Una piattaforma
belvedere racchiusa
da una partizione
vetrata curva è
posizionata al centro
della Cave Privée

MODULI DI COPERTURA
Il solaio di copertura è costituito da moduli a cassettoni con una griglia di 3x3 m il telaio è in legno massello, rivestito da pannelli in microlamellare (LVL) di 15 mm di spessore all’intradosso e da un pannello superiore in OSB. Ci sono circa 2.500 elementi di forma triangolare e rettangolare, che si estendono su una superficie di 12.300 m². Il pacchetto tetto ha uno spessore di circa 300 mm: 150 mm sono occupati da barriera al vapore, isolamento termico e impermeabilizzazione, gli altri 150 mm dagli strati della parte vegetale. Ospitando un’attività produttiva, nella chiusura superiore non sarebbe stato richiesto isolamento termico per essere in conformità alle normative edilizie, tuttavia lo strato isolante è stato inserito per proteggere il prato dagli effetti di riscaldamento e asciugatura della distilleria sottostante. La griglia di 3 m della struttura in legno è disegnata nello strato vegetale tramite una rete di canali in alluminio. Questi canali hanno una finalità estetica ma contemporaneamente disegnano dei percorsi per la manutenzione che raggiungono ogni parte della copertura. Inoltre, sono anche altro: una rete di protezione contro i fulmini, tracciati di irrigazione, linee di contenimento delle cadute (linea vita), vie di passaggio dell’energia elettrica utilizzata per le bocchette di ventilazione del centro visitatori e per i lucernari. Infatti, lucernari triangolari e aperture di ventilazione necessarie per il processo produttivo sono disposti ad anello attorno alla sommità delle cupole, direttamente sovrapposti in pianta agli impianti di produzione.

Scheda progetto
Progettista: Rogers Stirk Harbour + Partners
Località: Speyside, Scotland, UK
Committente: Edrington
Gross area: 14,800 mq
Periodo di costruzione: 2014-2018
Ingegneria strutturale: Arup Ingegneria
Impiantistica: Arup
Project manager: Equals Consultancy
Coordinatore sicurezza: Butler & Young ltd
Approved building inspector: Moray Council Building Control
Progettista espositivo: Atelier Brückner
Architettura paesaggio: Gillespies
Illuminazione: Speirs + Major
Consulente al fuoco: Arup
Ingegneria civile e trasporto: Arup
Ingegneria del processo: Forsyths
Impresa principale: Robertsons Construction Group
Carpenteria metallica: SH Structures
Copertura in legno: Wiehag
Stratigrafie tetto e tetto verde: Topek/Sky gardens
Muro e facciate vetrate: Glass Solutions
Paesaggio: HLD Allestimento
Visitor centre: Beck
Finiture metalliche: Metalwork UK
Lavori in resina: IFT
Intonaco lucido: Armacoat
Facciate opache: HSR
Calcestruzzo prefabricato lucido: Decomo
Photos: Joas Souza, Rogers Stirk, Harbour + Partners, Robertson Construction Group

Arketipo 133, Copertura, novembre 2019