Il Museum Hotel Antakya, situato vicino alla Chiesa di San Pietro ad Antiochia, una delle più grandi metropoli del mondo antico, è un progetto innovativo, in cui viene reinterpretato il programma funzionale di una struttura alberghiera per conciliarlo con quello pubblico di un museo archeologico. Si tratta di un’opera architettonica in grado di valorizzare tutte le scoperte rinvenute durante gli scavi (mosaici bizantini e resti archeologici risalenti al periodo Romano), diventando, come definito dallo studio EAA-Emre Arolat Architecture “la rappresentazione della straordinaria fusione tra il passato degli scavi archeologici e il futuro dell’architettura, intrecciando l’antico e il moderno”.
Infatti, il progetto è una tipologia alberghiera unica nel suo genere che considera e rispetta la storia del proprio contesto; l’edificio ha una superficie di 34.000 mq, ed è composto da 199 camere, interamente costruito al di sopra di uno dei più importati siti archeologici del mondo.
Lo studio EAA è noto per i suoi progetti che “conciliano identità e radicamento di un’opera architettonica al contesto in cui si inserisce”; infatti, lo studio è subentrato ai vecchi progettisti, chiamato a seguito delle prime scoperte archeologiche durante le attività di scavo delle fondazioni di un precedente progetto di hotel.

La realizzazione del museo non ha previsto, come spesso accade, la rimozione dei reperti o la loro copertura; piuttosto gli architetti sono riusciti a integrare l’archeologia nell’architettura, attraverso una serie di strategie progettuali (passerelle e percorsi sospesi, pavimentazioni trasparenti, aggregazione di moduli prefabbricati ecc.) in grado di mantenere a vista tutti gli scavi e i reperti, con l’obiettivo di valorizzarli e mostrarli al pubblico. Il processo progettuale ha visto pertanto lo stravolgimento del programma funzionale di un albergo tradizionale, abbandonando l’idea di un edificio compatto, introverso e convenzionale. Partendo dalla collocazione al di sopra di un sito archeologico, lo studio ha sviluppato un concept in cui gli spazi (camere e servizi comuni) vengono progettati come unità individuali sparse sul sito, sopra e sotto una grande copertura.
È dall’utilizzo di unità modulari, più o meno aggregate, che è stato possibile realizzare un edificio, di dimensioni notevoli (100x170x28,5 m di altezza), che si adattasse a questo luogo, nel rispetto della città antica, riuscendo a ottenere le diverse autorizzazioni degli enti preposti. L’obiettivo di progetto era infatti quello di conciliare una serie di esigenze, sia sul piano architettonico, sia strutturale al fine di realizzare un’architettura in grado di proteggere e rendere accessibile un vasto parco archeologico, e al contempo ospitare una serie di spazi ricettivi a elevato standard qualitativo in termini di comfort e benessere.
La soluzione elaborata da EAA è quindi una grande pergola che emerge dal tessuto urbano della città di Antakya, composta da massicce colonne in acciaio collegate da una soletta intermedia, che oltre a irrigidire la struttura permette di sollevare da terra le camere disposte su tre livelli e le aree comuni dell’albergo, ubicate in sommità, lasciando il piano terra dedicato interamente al museo e al parco archeologico.

L’imponente struttura dunque da una parte diventa elemento che visivamente identifica all’interno del contesto urbano il grande parco archeologico, dall’altra una grande terrazza/ piazza pubblica dove sono ubicati i servizi comuni dell’hotel. Dal punto di vista distributivo, le diverse funzioni sono organizzate su quattro livelli.
Il primo livello è stato progettato come un parco museale all’aperto sovrastato da passerelle sospese che permettono ai visitatori di ammirare i grandi mosaici e i reperti archeologici. Il museo, oltre all’area all’aperto, prevede anche spazi espositivi chiusi che accolgono più di 400 reperti. Il percorso museale ha inizio da questi spazi espositivi racchiusi in scrigni vetrati per poi articolarsi nel sistema di passerelle esterne che guidano il visitatore alla scoperta del grande parco archeologico.
Al secondo livello si trovano la hall, il ristorante e le sale colazioni dell’albergo, a cui si accede in maniera separata rispetto al museo e con affacci privilegiati sui grandi mosaici.
Il terzo livello rappresenta il corpo principale dell’hotel ed è costituito da unità prefabbricate (sup. modulo pari a 35 mq circa) di camere sovrapposte e collegate tra loro da un sistema di passerelle sospese, in uno spazio di circolazione semiaperto. Il tutto volto a creare un paesaggio interno suggestivo con un rapporto visivo diretto con il parco archeologico sottostante.
Il quarto livello è rappresentato dalla grande terrazza dove si collocano i diversi servizi dell’hotel (una sala da ballo, un hammam e bagno turco, una piscina chiusa, una palestra, un bar, un ristorante e una sala conferenze) concepiti come padiglioni che si articolano tra cortili, verde e spazi aperti. La volontà di ricorrere a strutture in acciaio pre-assemblate e moduli prefabbricati, riducendo la realizzazione in situ, ha permesso un miglior controllo del processo costruttivo, gestendo le diverse possibili interferenze e soprattutto, cercando di proteggere i reperti archeologici da potenziali danneggiamenti.
Sono state operate inoltre alcune scelte volte alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica tra cui: domotica per la gestione dei sistemi di illuminazione, climatizzazione e riscaldamento, sistema di illuminazione con sensori e lampadine a led, vernici a base d’acqua ecologiche, installazione di pannelli solari in copertura e impiego di impianti a pompe di calore (sia nelle camere sia negli spazi comuni).
Il risultato è un esperimento architettonico che coniuga la conservazione della memoria storica del sito con la volontà di offrire un luogo di ospitalità innovativo, in un ambiente suggestivo e articolato in cui gli architetti hanno progettato tutti gli spazi, lavorando sulla percezione di un paesaggio nel paesaggio, dove il dentro e il fuori si relazionano a vicenda, attraverso alternanza di scorci e prospettive differenti, cambi di scala, giochi di luce e riflessioni.

GIOCHI DI PERCORSI E PASSERELLE SOSPESE
La soluzione progettuale sviluppata dallo studio EAA-Emre Arolat Architecture porta alla realizzazione di un edificio innovativo dove al di sotto di una grande e imponente sovrastruttura si realizza un paesaggio suggestivo, apparentemente cavernoso, in cui il visitatore è guidato alla scoperta dell’antico, attraverso un sistema articolato di percorsi e passerelle sospese, giochi di volumi, pieni e trasparenti, e la luce assume un ruolo importante proprio in relazione alle funzioni collocate. L’illuminazione naturale filtra sia lateralmente sia dai tagli operati in copertura inondando le superfici sottostanti, grazie a giochi di riflessioni indotti dai materiali impiegati per il rivestimento dei diversi volumi. Il tutto si completa con un sistema di illuminazione a led per valorizzare l’esposizione dei reperti archeologici e i diversi spazi aperti. Il percorso principale di circolazione all’aperto, composto da rampe sollevate, ponti e corridoi appesi, riprende il letto dell’antico fiume che attraversava il sito, permettendo ai visitatori del museo di vivere il parco archeologico da diverse prospettive e angolazioni. Oltre a un sistema intrecciato di passerelle sospese, opportunamente ancorate alla struttura primaria, gli architetti hanno progettato spazi con pavimentazioni trasparenti così da far ammirare il parco archeologico nella sua interezza: un’agorà risalente al III secolo a.C., poi convertita in foro dai Romani, con incluso un impianto termale con pavimentazioni in mosaici che occupano più di mille metri quadri e resti di ville romane del II, IV e V secolo d.C. All’interno dell’edificio essendo concepito come una grande copertura che sovrasta spazi aperti da proteggere e volumi più piccoli, senza un vero e proprio involucro, l’aria circola liberamente tra i percorsi pedonali, le camere e i vari spazi chiusi del museo, creando un microclima molto simile a quello esterno. Per tale motivo, è stata prevista la realizzazione di un sistema di protezione con pareti in vetro, fissate a terra (sia sui percorsi, sia al pianto terra) per contrastare i movimenti d’aria, contenere gli sbalzi di temperatura e contestualmente evitare il sollevamento delle polveri, garantendo così protezione per i reperti archeologici e un adeguato comfort agli utenti durante il passaggio tra i diversi spazi.

LA STRUTTURA E LA PREFABBRICAZIONE
Un edificio imponente realizzato come una grande piattaforma che assolve una duplice funzione: coprire e proteggere un grande parco archeologico con propri spazi museali e sostenere una piazza pubblica sulla città, per ospitare tutti i servizi necessari a un hotel di lusso a cinque stelle. Per realizzare questa grande struttura gli architetti in collaborazione con la società Nodus Engineering hanno studiato un sistema portante a telaio (con elementi pre-assemblati in officina) che sostiene la piattaforma superiore, il tutto irrigidito da una soletta intermedia con travi di altezza 120 cm. La struttura discretizza il volume in una parte inferiore dedicata al museo e al parco archeologico, e una superiore dove vengono incastonati i moduli prefabbricati delle camere, concepite come unità individuali.
Le camere prefabbricate si basano su un unico modulo di dimensioni 4,35x9,80 m, altezza al finito 3,30 m con giunti di 30 cm sia in verticale sia in orizzontale. L’accoppiamento di due/tre moduli permette la realizzazione di suite, ampliando l’offerta ricettiva. I diversi moduli prevedono un corpo sostanzialmente opaco (rivestimento in pannelli di fibrocemento con cromie nelle tonalità delle terre) e un fronte vetrato che si affaccia o verso la città o verso la corte interna sovrastando il parco archeologico. Alcune camere dispongono anche di piccolo balcone. La privacy e l’oscuramento degli ambienti è controllato per tutte le camere da un sistema di tende interne. Sulla base della localizzazione dei reperti rinvenuti sul sito è stata determinata l’esatta ubicazione delle colonne portanti l’intera struttura Infatti, gli elementi verticali, costituti da grandi colonne in acciaio del diametro di 130 cm (66 in totale) sono state disposte lungo la traccia lasciata dall’ alveo di un vecchio fiume che attraversava il sito e lungo il perimetro esterno dell’area, al fine di ridurre al minimo i potenziali danni ai reperti. Durante i lavori di scavo per la realizzazione dei pali di fondazione, è stata ritrovato nel 2011 il grande mosaico che ha imposto una revisione del processo costruttivo delle fondazioni. Infatti, vista la delicatezza del sito, gli scavi sono avvenuti manualmente e sotto la stretta sorveglianza di un archeologo.

LA TERRAZZA/COPERTURA: UNA NUOVA PIAZZA PER ANTAKYA
Il concept del Museum Hotel Antakya si è sviluppato rivoluzionando quello di un tradizionale albergo, imponendo che tutte le aree dedicate ai servizi potessero avere una posizione strategica, per i propri ospiti. Infatti, le camere sono state ubicate nella parte centrale del volume, lavorando sulla modularità e aggregando in maniera più o meno sfalsata i diversi moduli, rompendo la monotonia e la compattezza di un edificio che per le sue dimensioni poteva risultare chiuso e opprimente. Pertanto tutti i servizi hanno trovato ampia collocazione su quella che si può definire una grande terrazza sulla città, permettendo così una relazione visiva con l’intorno paesaggistico e al tempo stesso, attraverso i tagli della copertura, con gli ambienti sottostanti. Infatti la piattaforma sopraelevata crea punti panoramici per godere della vista della città e della collina di St.Pierre riprendendo i canoni dell’architettura tradizionale locale delle terrazze sul tetto.
I grandi tagli, che ricalcano il letto del vecchio fiume, fungono da lucernari per il sito archeologico sottostante, risolvendo il problema dell’illuminazione naturale, realizzando contestualmente una serie di relazioni visive tra i reperti archeologici e i diversi servizi dell’hotel situati in sommità alla struttura. Una gronda pronunciata e spigolosa (realizzata con sistema reticolare a profilo triangolare) definisce il perimetro dell’edificio e protegge la parte centrale con i moduli prefabbricati delle camere inserite al di sotto di essa. I collegamenti sono garantiti da nuclei di scale e ascensori che permettono l’accessibilità alla copertura e ai diversi livelli dell’intero edificio. Una serie di setti realizzati con travi reticolari (successivamente rivestite), posizionate in continuità con le grandi colonne sottostanti, irrigidisce tutta la struttura creando contestualmente un’articolazione degli spazi dove i vari servizi trovano collocazione, tra un padiglione chiuso e una corte aperta con spazi verdi, corti e aree relax.

Scheda progetto
Date: 2009 project, 2010 construction, 2019 completion
Committente: ASF Hotel & Tourism Ltd.
Architetti: EAA- Emre Arolat Architecture
Interior design: EAA- Emre Arolat Architecture together con Elvan Arolat
Structures: Nodus Engineering
MEP: Termomek Eng&Besa Mech. Engineering - (Mechanical Engineering)
Landscape: DS Architecture
Lighting Consultant: Studio Lighting Design
Total built area: 34,000 mq
Total Area: 17,100 mq
Project/Construction Manager: ASF Hotel & Tourism Ltd
Cost: $120 million
Photos: Engin Gerçek (Studio majo), Russo Roberto, Emre Dörter, EAA archives

Arketipo 138, Recupero, maggio 2020