Morley Von Sternberg

Il quartiere generale a impatto zero del WWF-UK si trova a Woking, un sobborgo a sud est di Londra, e incarna pienamente i principi di sostenibilità e rispetto dell’ambiente dell’ente che ospita. Costruito con il supporto di donatori, sostituisce la vecchia sede degli anni Sessanta a Godalming, inadeguata per l’organizzazione degli spazi a configurazione cellulare e per gli alti consumi energetici. L’area di progetto è in un anonimo quartiere degli anni Ottanta, separato dal centro della città per mezzo di una strada ad alto scorrimento e da un canale. Essa ospita un posteggio per la comunità locale, che negli accordi con la municipalità doveva essere mantenuto. Questo vincolo di progetto diventa l’occasione per assegnare il primo punteggio a favore della sostenibilità del progetto: la costruzione sorge, infatti, su una piattaforma di calcestruzzo armato realizzata sopra il preesistente parcheggio senza consumare ulteriore suolo edificabile. La porzione restante del lotto diventa un parco, piantumato con un mix variegato di alberi di bamboo (un richiamo al noto logo con il panda del WWF) e specie native, che avvolge il posteggio, mitigandone l’impatto. Un ponte pedonale permette di superare la barriera fisica del canale e di raggiungere dal centro della città la quota sopraelevata dell’ingresso, che si configura come una sorta di piazza all’aperto. Il basamento è di calcestruzzo armato a vista, ad alto contenuto di riciclato, e risponde in modo ottimale alle esigenze statiche, di resistenza al fuoco e di sfruttamento della massa termica. Sulla piattaforma si imposta una sorprendente struttura voltata, lunga 92 metri, e formata da una doppia maglia di travi di legno lamellare. Come nei migliori progetti di Hopkins Architects, la struttura diventa architettura ed evoca un senso di matematica regolarità. La grande copertura ospita 36.000 m2 di uffici, spazi per la ricerca e ambienti dedicati ai visitatori, la WWF Experience, con esposizioni e percorsi a tema sull’ambiente naturale di fiumi, oceani e foreste organizzate in quattro installazioni interattive in prossimità dell’ingresso. I diversi ambienti sono distribuiti sul piano di accesso e un mezzanino collegati visivamente tra loro da un vuoto centrale a doppia altezza. Traendo vantaggio dalla quota sopraelevata di imposta dell’edificio, all’interno sembra di essere in una gigantesca “casa sull’albero” con vista sulle chiome della vegetazione circostante.

L’organizzazione degli spazi per il lavoro è stata sviluppata da Alexi Marmot Associates (AMA). Uno studio attento ha permesso di verificare che soltanto una percentuale compresa tra il 40 e il 60% delle postazioni dei 300 dipendenti era occupata quotidianamente in contemporanea, pertanto esse sono state ridotte a 230. Confidando sull’uso di laptops e della rete wi-fi all’interno delle zone riservate ai singoli team di lavoro, gli impiegati sono liberi di occupare le postazioni che preferiscono. Gli spazi break nell’atrio e nelle zone perimetrali sono studiati per assorbire occasionali momenti di picco nella presenza del personale. La riduzione del 35% della dimensione dell’edificio è un ulteriore passo per il contenimento dell’impatto ambientale della costruzione rispetto al progetto iniziale, oltre che dei costi. L’espressione chiara e autentica dei materiali, dal punto di vista estetico e strutturale, propria dello studio Hopkins Architects si sposa perfettamente con gli intenti di rispetto dell’ambiente del WWF. Il legno è usato in modo estensivo per le strutture e le finiture, sia all’interno che all’esterno della costruzione, e permea l’edificio di un carattere organico che ben si adatta alla sede che ospita. Tutti i materiali lignei impiegati nella costruzione sono certificati FSC (Forest Stewardship Council) a garanzia che le materie prime derivano da foreste amministrate secondo i due principali standard di gestione forestale e catena di custodia. Tutti gli altri materiali (strutture di metallo galvanizzato e di calcestruzzo e rivestimento di zinco della copertura) hanno un’alta percentuale di contenuto riciclato. La sede del WWF-UK, primo edificio per uffici in Inghilterra a ottenere la certificazione Breeam Outstandung, dimostra così in modo eloquente che le più grandi vittorie nel campo della sostenibilità delle costruzioni si ottengono in fase progettuale combinando le più appropriate strategie per ottimizzare il comportamento passivo con adeguate scelte costruttive volte a ridurre l’impatto ambientale nell’intero ciclo di vita dell’edificio.

COPERTURA SOSTENIBILE
La copertura a volta è formata da 828 travi di legno lamellare connesse con giunzioni metalliche a formare un doppio reticolo che permette di avere una luce libera di 37,5 m. Le travi lignee sono ancorate a colonne metalliche a V che trasmettono i carichi al solaio e ai pilastri di calcestruzzo armato che definiscono la piattaforma sopra il posteggio preesistente. La stratificazione a secco della copertura comprende, dietro i pannelli di betulla di finitura interna, uno strato sottile di isolante PCM per l’incremento della massa termica e la riduzione delle oscillazioni di temperatura. La copertura, rivestita in pannelli di zinco, integra 410 pannelli fotovoltaici da 99,96 kWp, in grado di coprire circa il 20% dei consumi elettrici per l’illuminazione, già ridotti grazie allo sfruttamento della luce naturale per mezzo dei lucernari. Atelier Ten, che ha ingegnerizzato l’edificio, ha optato per un sistema misto di ventilazione naturale e meccanica con prevalente funzionamento (per circa 8 mesi all’anno) in modalità ventilazione naturale, grazie a quattro imponenti camini di ventilazione. Nella modalità ventilazione meccanica (segnalata agli utenti con spie luminose alle finestre), l’aria è pretrattata con un sistema collegato a uno scambiatore interrato. Il riscaldamento e il raffrescamento sono ottenuti con un sistema di pompe di calore geotermiche.

MATERIALI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
Le estremità est e ovest dell’edificio sono prevalentemente trasparenti per godere della vista sul parco e sfruttare in modo estensivo la luce naturale. La facciata strutturale è sorretta da telai di alluminio per l’80% riciclato. Le superfici trasparenti sono protette dal surriscaldamento con lamelle di legno di larice. Uno degli aspetti più innovativi di questo edificio è senz’altro il processo di selezione dei materiali impiegati nella costruzione. I collanti per le travi di legno lamellare, per esempio, derivano da polimeri naturali invece che sintetici, il calcestruzzo ha un alto contenuto di riciclato (31% per gli aggregati, 99% per la struttura metallica di rinforzo), l’isolante di cellulosa proviene da carta riciclata. L’enorme lavoro di calcolo dell’energia grigia incorporata in oltre 1700 componenti edilizi operata da Sturgis Carbon Profiling insieme a Willmott Dixon Contruction ha permesso, a costo zero, di ridurre del 42% (con un risparmio di circa 5500 t CO2e) l’energia grigia contenuta nell’edificio rispetto ai già alti obiettivi minimi fissati in fase di progetto. La carbon footprint dell’edificio calcolata assumendo una vita utile dell’edificio di 60 anni (includendo costruzione, funzionamento, manutenzione e demolizione) è pari così solo al 35% rispetto a un moderno ufficio della stessa dimensione.

Scheda progettoProgetto: Hopkins Architects
Committenza: WWF-UK
Superficie: 3,600 m²
Tempi di realizzazione : Febbraio 2020 – Ottobre 2013
Costi: 17,35 milioni di euro
Photos: Morley Von Sternberg, Haney Airey

Arketipo 91, Energia, marzo 2015